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Cronaca Squinzano

Piano contro la Xylella, giornata di passione: blocchi stradali e tensione

Agricoltori infuriati dopo che il presidente Emiliano, a Bari, ha ribadito l'impossibilità della Regione di fermare le eradicazioni previste nel "Silletti bis". In centinaia hanno bloccato per ore la superstrada Lecce-Brindisi, verso Torchiarolo

TORCHIAROLO – Una giornata di passione, con veri e proprio blocchi stradali, dopo una movimentata discussione con il presidente regionale Michele Emiliano. Una protesta che lascia il segno e che non sarà nemmeno l’ultima. Ne seguiranno altre, probabilmente, perché gli animi sono ormai esacerbati.  

Questa mattina diversi agricoltori, soprattutto di Torchiarolo, in provincia di Brindisi (ma anche di Trepuzzi e Squinzano), si sono recati a Bari, in via Capruzzi, per chiedere al presidente Michele Emiliano di agire di petto e fermare il piano “bis” del commissario Giuseppe Silletti, con tagli non solo agli alberi di ulivo infetti dal batterio Xylella Fastidiosa, ma anche a quelli che potenzialmente potrebbero ospitarlo, nell’arco di 100 metri.

La risposta di Emiliano ha fatto montare una protesta vibrante, perché, pur sottolineando di comprendere il dramma patito da proprietari terrieri, olivicoltori e quanti in genere risentiranno a causa delle eradicazioni, senza dimenticare lo sfregio che ciò rappresenta per l’intero territorio, il presidente ha ribadito che la Regione deve adeguarsi alle richieste dell’Unione Europea, le quali, in assenza di una cura comprovata, prevedono quarantena e abbattimenti.

Il ritorno a casa con i pullman, così, è stato tutt’altro che sereno. Perché gli agricoltori si sono raccolti in mezzo alla strada statale 613 Lecce-Brindisi, all’altezza di Torchiarolo, quasi al confine con il territorio della provincia di Lecce, invadendola e rimanendovi fino alle 18,30 circa, quando ha iniziato a calare la luce. Con inevitabili disagi e fermi per la circolazione stradale e intervento in massa di carabinieri, questura, polizia locale. I manifestanti improvvisati hanno abbandonato le carreggiate occupate solo dopo una lunga mediazione con le forze dell’ordine.

Centinaia le persone che si sono assembrate, e agli agricoltori si sono aggregati ambientalisti, comuni cittadini, ma anche proprietari di terreni che, pur non lavorando in campo agricolo, si sentono chiamati in causa proprio dalla Xylella e dalle ricadute che potrebbero avere i tagli del piano Silletti. Non sono mancati momenti di tensione, anche forte, prima del ritorno alla normalità. Ma le iniziative di protesta, come anticipato, potrebbero riprendere nelle prossime giornate.

Tutto questo in una giornata campale anche su altri fronti, perché nel frattempo il Tar Lazio, con un decreto presidenziale, ha accolto un ricorso proposto da ventuno agricoltori di Torchiarolo, con uno stop ai tagli, ma con validità soltanto per coloro i quali hanno avviato l’iniziativa. La camera di consiglio per la discussione dell’istanza di sospensiva è prevista per il 4 novembre. Questo significa che per ora il piano procede per la maggior parte delle aree indicate nella “mappa dei tagli”, tanto che anche oggi sono stati abbattuti una trentina circa di ulivi nella zona di Trepuzzi.

Come si ricorderà, le eradicazioni si concentrano nei focolai individuati nella parte settentrionale della zona infetta e nella zona cuscinetto. In provincia di Lecce sono previsti 1071 abbattimenti. Ben 833 in agro di Trepuzzi, 82 a Campi Salentina, 67 a Veglie, cinquanta nel Leccese, ventuno a Carmiano, sei a Leverano, cinque a Nardò, quattro a San Pietro in Lama, uno a Copertino.

Momenti di tensione sulla statale 613

L’onere delle eradicazioni ricade questa volta anche sui proprietari dei terreni, ai quali viene corrisposto un indennizzo che va da 98 a 146 euro per ogni albero abbattuto. Ma chi non adempie entro dieci giorni dalla notifica, perde il diritto al finanziamento e viene colpiti da una sanzione che va dai 500 ai 3mila euro. In caso d’inerzia, i tagli avvengono per opera dell’Arif.

Questa mattina, intanto, nel palazzo del consiglio regionale si è tenuta anche una conferenza stampa del Movimento 5 Stelle, con in testa il consigliere salentino ed agronomo Cristian Casili, insieme alla capogruppo dei grillini Antonella Laricchia e agli altri consiglieri Viviana Guarini, Mario Conca, Gianluca Bozzetti, Grazia Di Bari, Rosa Barone e Marco Galante.

“Un provvedimento inefficace e letale”, è stato il giudizio dei pentastellati. “Un provvedimento puramente teorico e mediatico che punta alla creazione di una zona “cuscinetto” per evitare il diffondersi del batterio, ma talmente inutile che, semplificando, basterebbe che una sola auto con sopra l’insetto vettore della Xylella viaggiasse dal Salento al nord della Puglia, per diffondere la patologia”.

Il M5s ha puntato il dito contro gli stessi fautori del piano che hanno parlato di “incertezza” sui risultati. E a confermare l’inefficacia, ci sarebbe, secondo il Movimento 5 stelle, il caso Trepuzzi dove sono stati estirpati nell’aprile 2014 sessantacinque ulivi, mentre ora si è arrivati alla richiesta di tagliarne oltre 800.

L’attacco frontale è andato soprattuto a Emiliano, accusato di essersi “completamente dimenticato delle sue promesse e del problema Xylella. Non ha fatto assolutamente nulla e questo è un dato di fatto. Aveva promesso tavoli multidisciplinari e aveva affermato di voler “scatenare l’inferno” in Europa, ma ad oggi noi riscontriamo solo l’immobilismo più totale”. I pentastellati, infine, hanno annunciato per domenica 25 ottobre una marcia “per gli ulivi” su un percorso di circa 10 chilometri nelle zone delle eradicazioni.

Un’interrogazione parlamentare sulla questione del vitivivaismo pugliese, è invece stata inviata dal senatore Francesco Bruni di Conservatori e riformisti insieme ad altri esponenti del gruppo che fa capo a Raffaele Fitto. E’ rivolta al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina e al ministro degli Affari esteri, Federica Mogherini e chiede che i provvedimenti non ricadano sulla vite.

Citano, a tale proposito, “i test condotti negli ultimi dodici mesi dal Cbr, dall’ Università degli studi di Bari, e dal Crsfa e consegnati alla Commissione Europea” i quali “hanno dimostrato che  il batterio non ha nessun effetto sulla vite”. Tuttavia, fra il 17 e il 18 settembre, “la Commissione Europea non ha sbloccato la vendita delle barbatelle, inviando la documentazione all'Efsa, l'Autorità per la sicurezza alimentare, affinché esprima un parere, che sarà consegnato entro sessanta giorni”. Fatto che per Bruni “mette a rischio un settore che presenta un notevole impatto economico poiché impiega oltre 50mila giornate lavorative e sviluppa un fatturato complessivo di circa 20 milioni di euro”.

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