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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Piena emergenza nel 118: in tilt il sistema informatico della sala operativa

Poco prima delle 21 i computer si sono spenti. E anche gli operatori smontanti, nonostante lunghe ore di servizio già alle spalle, sono rimasti al loro posto per gestire una situazione inedita e molto complessa. Un server in arrivo da Bari. Avvisate prefettura e forze dell'ordine

LECCE – Ritrovarsi all’improvviso proiettati in un’epoca remota, quando non esistevano i cervelli elettronici ad accelerare il lavoro e tracciare ogni operazione con precisione chirurgica e calcolo al millesimo. Se è il terrore di quasi tutti i lavoratori contemporanei, per i quali il computer è più che un calcolatore, ma una vera e propria estensione del corpo e della mente, la vicenda assume i contorni di un incubo a occhi aperti per chi ha già i minuti contati ogni momento e la responsabilità della salute, se non a volte della vita delle persone: il 118. Roba da sudori freddi.

Mancavano pochi minuti alle 21 quando all’improvviso dai monitor è scomparso tutto. E per tutto, s’intende davvero tutto. Per chi s’è trovato a vivere quegli istanti, di fronte a terminali spenti e impossibili da riavviare, con telefonate nel frattempo in arrivo (una dietro l’altra, come sempre in estate, per emergenze d’ogni genere), dev’essere stato difficile non farsi trascinare nel panico. Ci vuole tutto l’esercizio di una professione già complessa e delicata di suo, per restare impassibili o quasi e continuare a lavorare.

Il problema è sorto nel momento in cui Il sistema della centrale operativa del servizio sanitario d’urgenza ed emergenza è andato in tilt. Il perché, non è ancora chiaro. Forse un calo di tensione. Ci sarà tempo e modo per analizzare le cause.

Quel che è certo è che da quel momento e fin quando la situazione non sarà tamponata (mentre scriviamo, alle 22, sono arrivati tecnici da Bari con un server, Ndr), si andrà avanti a “lume di candela”. E il direttore Maurizio Scardia e la caposala hanno in questi attimi solo parole di elogio per tutti gli operatori. Perché si tirerà avanti con tutte le risorse a disposizione, trascrivendo a mano ogni intervento, tenendo memoria di dove sia diretta ogni singola ambulanza, quale il codice, che tipo di patologia soffra il paziente che ha fatto richiesta e gestendo al meglio tutto ciò che in questi casi viene svolto in maniera automatizzata.

Nel momento in cui il sistema s’è bloccato, c’erano tre operatori smontanti e quattro che stavano per prendere servizio. Ebbene, i primi sono rimasti al loro posto, perché mai come in un caso come questo, che è sostanzialmente inedito, c’è stato bisogno del supporto vitale di tutti. Dalla centrale operativa del 118 hanno anche avvisato prefettura, polizia e carabinieri affinché vi sia il massimo supporto, qualora si vengano a creare situazioni complicate. Una notte difficile da affrontare, una prova nella quale gli operatori stanno stoicamente resistendo con penne e taccuini a far le veci di tastiere e monitor, alcuni dei quali hanno già alle spalle lunghe ore di servizio, ma sono rimasti indomiti al loro posto per affrontare il loro, personalissimo, "codice rosso". 

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