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Cronaca Melpignano

Piscine abusive con solarium e vani: tre sequestri

Opere ben rifinite, ma senza alcuna autorizzazione, scoperte fra Cutrofiano e Melpignano. Due donne ed un uomo sono stati denunciati dalla guardia di finanza di Maglie all'autorità giudiziaria

MELPIGNANO - Alzi la mano chi, disponendo di un terreno e di qualche euro da parte, non ha mai sognato di tramutare gramigna e terra brulla in deliziose aree solari, con piscina, spogliatoi e zona per la sera, sotto un delizioso pergolato, per passarci le giornate estive, ospitare gli amici, dare qualche festa. Problema: troppi vincoli paesaggistici e idrogeologici, troppe scartoffie da compilare, concessioni da richiedere e, magari, la consapevolezza che su quel terreno non si può costruire più di un deposito per attrezzi.

Per questo c'è sempre qualcuno pronto ad aggirare l'ostacolo della legge e ad avviare lavori senza alcuno straccio di autorizzazione. E se non è boom di piscine nelle campagne del Salento, poco ci manca. Alcuni giorni addietro, sequestri nella zona di Soleto. Ora, tre nuovi interventi fra Melpignano e Cutrofiano.

Sono stati i militari della guardia di finanza della tenenza di Maglie a mettere sotto sequestro immobili, piscine e solarium. Denunciando tre persone all'autorità giudiziaria. In due casi, la scoperta nei dintorni di Melpignano. Ad una donna di mezza età, le "fiamme gialle" hanno sequestrato due vani di circa 20 metri quadrati, tettoia in legno di 90 e piscina di ben 165, con area solare circostante di oltre 200. E, non lontano, nei confronti di un 40enne, sigilli alla piscina di 100 metri quadrati e ad un vano di 40.

Altra operazione, poi, sempre ad opera dei militari magliesi, alla periferia di Cutrofiano. Anche in questo caso, proprietaria risulta una donna sui 40 anni. La piscina è di circa 70 metri quadrati, alla quale aggiungere un'area solare circostante di circa 160 e piccolo vano nelle vicinanze. Il tutto, per diverse centinaia di migliaia di euro di valore. In tutti i casi, secondo i finanzieri, che stanno intensificando i controlli sul territorio a contrasto dei reati ambientali, e che hanno svolto verifiche con i Comuni interessati dagli abusi edilizi, si sarebbe trattato di fabbricati e piscine realizzati per uso privato, e non, ad esempio, per possibili scopi commerciali, ed è per questo che i riscontri non sono stati anche di natura fiscale.

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