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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca Giuggianello

Pistole in pugno e fucili: in quattro rapinano masseria

In quattro, incappucciati, armati di pistola e fucili da caccia, hanno fatto irruzione nel frantoio di proprietà di un imprenditore agricolo di Giuggianello. Totale del bottino oltre 7mila euro

Rapina dalle modalità brutali, simili ad una violenza efferata per nulla assimilabile al tessuto criminale della nostra terra, poche volte, almeno negli ultimi tempi arrivata a fare ricorso a tali azioni. Sta di fatto, che la recrudescenza della criminalità locale riaffiora e colpisce anche ignari e innocenti cittadini. Bambini, donne e chiunque capiti sotto il loro tiro.

In quattro, incappucciati, armati di pistola e fucili da caccia, hanno fatto irruzione nel frantoio di proprietà di un imprenditore agricolo Lucio Benegiamo, 66 anni di Giuggianello; un'antica fattoria "Masseria Pisanello", che sorge sulla Minervino-Giuggianello, in una strada interpoderale, isolata e appartata dal chiasso urbano. Due i basisti, piazzati all'esterno rimasti a bordo di un'auto di grossa cilindrata: obiettivo, un'oasi, tra gli ulivi, saccheggiata e dove, i rapinatori, spietati, cruenti hanno imperversato tenendo in ostaggio sei persone: due donne, un bambino e un paio di operai, entrambi di Minervino, oltre al proprietario. Volti incappucciati con passamonbtagna, guanti in lattice (per gli inquirenti, un commando lucido e spietato), armati fono ai denti hanno bloccato i due operai mentre chiudevano il portone facendoli rientare La baraonda è iniziata intorno alle 19 e 30, proseguita per circa un'ora, con la clessidra del tempo che sembrava ormai bloccata.

I malviventi hanno scavalcato dalla parte posteriore, piombando all'interno della masseria. Orario di chiusura dei lavori nel frantoio dpo un'intensa settima di lavori nei campi. I banditi hanno trascinato dentro anche due donne accompagnate da un bambino di dieci anni con in mano alcuni secchi delle olive appena raccolte. I rapinatori hanno sequestrato i cellulari trafugando i portafogli dei due operaio in cui erano custoditi circa 340 euro. Il signor Benegiamo è stato costretto a chiamare la moglie per farsi portare dalla figlia Valeria i soldi che sarebbero serviti, ha riferito nel corso della telefonata a concludere un affare di lavoro. La giovane, però, è arrivata con soli 900 euro. Troppo poco e allora è scattato il piano della violenza pura. "Con questi spiccioli non facciamo nulla" avrebbero esclamato. "Torna a casa e prendi altri soldi" mentre i rapinatori minacciavano: "Se chiami i carabinieri, ti ammazziamo"! e giù pesanti randellate al padre. Calci, pugni e colpi di fucile assestati in pieno volto.

L'uomo avrebbe perso anche tre denti. Il commando, invece, avrebbe trattato il resto degli ostaggi con "modi gentili". Mentre attendevano l'arrivo della figlia Valeria delegata al trasbordo dei soldi per rilasciare gli ostaggi, hanno sfilato un giubbotto ad un operaio per coprire il bambino e dall'esterno hanno recuperato alcuni pezzi di tufo per far sedere le rappresentanti del gentil sesso. Pur fumatori, riferiscono gli inquirenti, non avrebbero acceso una sigaretta. L'accanimento, furente, era rivolto solo ed esclusivamente nei confronti del proprietario. Arraffati i soldi, appena arrivata la figlia Valeria, gli ostaggi sono stati intimati a rimanere fermi, immobilizzati. I cellulari sono stati spazzati sotto un albero d'ulivo. Poi la fuga con un fuori strada ed un'auto di grossa cilindrata lungo una strada di campagna che costeggia la parte posteriore del frantoio. Dopo oltre un'ora di terrore ad occhi aperti, la liberazione. Benegiamo è stato trasportato presso l'ospedale di Scorrano per le ferite guaribili in una ventina di giorni. Nel referto è scritto: lesioni multiple e il principio di un infarto del miocardio. Il resto degli ostaggi alla spicciolata è ritornato alla normalità.

Per il bambino, le donne i due operai, ripuliti dei propri portafogli (circa 340 euro), un qualcosa di orrendo, difficile da raccontare. Infatti, ascoltati in mattinata dai carabinieri della stazione di Minervino, hanno fornito scarsi elementi. I componenti del commando, a quanto se ne sa, si sono espressi in italiano a denti stretti per non tradire particolari inflessioni dialettali. Indagini a spron battuto. In particolare si scava nei legami di lavoro di Benegiamo intessuti nell'ultimo periodo. Da lì potrebbero essere arrivati i banditi assetati di vendetta. I militari della Sezione Rilievi del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo hanno provveduto a recuperare le tracce dei pneumatci lasciate sul terreno umido e sono stati visionati i nastri delle telecamere di videosorveglianza piazzate in alcuni distributori di benzina che sorgono in zona per intercettare le auto utilizzate nell'assalto. Le indagini sono affidate ai carabinieri della Compagnia di Maglie.

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