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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Processo agli ultras, cade l'associazione a delinquere. Undici condanne lievi

Si è chiuso con una lunga serie di assoluzione e non doversi procedere il processo che vedeva imputati 33 presunti ultrà giallorossi

LECCE – Non ci fu alcuna associazione a delinquere. E’ questo l’esito del processo che vedeva imputati, a vario titolo, 33 presunti appartenenti al gruppo denominato “Ultrà Lecce”, una delle frange più calde del tifo giallorosso. Una sentenza che giunge a distanza di quasi dieci anni dall’operazione che portò all’arresto di 14 persone, di cui sette finirono in carcere e altri sette ai domiciliari, e al termine di un processo lungo e complesso. Nessuna associazione dunque in una sentenza che ha visto cadere tutte le accuse principali, con solo undici condanne lievi.

In particolare, quattro mesi per Andrea De Mitri, 41enne di Lecce; otto mesi per Leo De Matteis, 36enne di Lecce; un anno e 3 mesi per Vito Cristian Baglivo, 42enne di Lecce;  quattro mesi per Alessandro Bosco, 33ene di Lecce; sei mesi per Andrea Capasa, 32enne di Lecce; un anno e 9 mesi per Marco Falbo, 28enne di Lecce; un anno e nove mesi per Marcello Impellizzeri, 28enne di Lecce; nove mesi per Antonio Peciccia, 31enne di Lecce; una anno e dieci mesi per Juri Zecca, 24enne di Lecce; un anno e 6 mesi per Salvatore Polimeno, 27enne di Lecce; sei mesi per Gianluca Leone. Pena sospesa per De Mitri, Capasa, Bosco, Peciccia e Leone. Per tutti divieto di accedere a qualsiasi manifestazione sportiva per due anni, con l’obbligo di firma in questura durante le partite del Lecce.

Assoluzione piena, o non doversi procedere per intervenuta prescrizione, per tutti gli altri imputati: Salvatore De Matteis, 38enne di Lecce; Stefano Chironi, 36enne di Lecce; Cristian Grieco, 42enne di Lecce; Alberto Pino, 62enne di Lecce; Simone De Mitri, 37enne di Surbo; Marcello Santopietro, 41enne di Lecce; Giuseppe Feudo, 46enne di Lecce; Gaetano De Pascali, 28enne di Muro Leccese; Giampiero Greco, 33enne di Merine (Lizzanello); Gianluca Greco, 43enne di San Cesario di Lecce; Marco Malinconico, 31enne di Lecce;  Stefano Melli, 42enne di Lecce;  Marco Pennetta, 44enne di Lecce; Carmine  Quarta, 32enne di Surbo;  Antonio Paolo Rolli, 36enne di Leverano;  Andrea Sammati, 44enne del rione Castromediano (Cavallino);  Pier Vincenzo Spagnolo, 39enne di Campi Salentina; Claretta  Pindinello, 30enne di Racale;  Gianluca Leone, 44enne di Squinzano;  Riccardo Signore, 24enne di Lecce; Giancarlo Vincenti e Massimiliano Vincenti, 32enni di Muro Leccese (gemelli); Luca Campilungo, 41enne di Carmiano.

Il blitz scattò a fine maggio del 2008. Molti tifosi furono accusati all’epoca di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di atti di violenza sia nei confronti sia delle forze dell'ordine, sia di tifoserie avversarie. In alcuni casi furono contestate pressioni ad altri tifosi e interferenze nell’organizzazione nell'attività del Lecce, anche con l’uso di petardi dentro e fuori lo stadio. L’indagine è andata avanti per anni, dopo il primo troncone, fino ad aggiungere nuovi indagati, anche se in molti casi le accuse si sono rivelate blande, in altri sono proprio decadute o i reati andati in prescrizione. Su metà, però, degli ultras sotto processo, restavano diverse imputazioni, confluite in richieste di condanna pesanti (fino a sette anni).

Una sentenza che si lega, inevitabilmente, al lungo lavoro svolto in questi anni dall’avvocato Giuseppe Milli, legale di alcuni degli imputati. In questi il penalista si è battuto perché fosse riconosciuta l’innocenza dei suoi assistiti e la dignità e la liceità di un sistema, non composto da un’associazione e da una banda di criminali, ma da un gruppo di persone legate da una passione autentica per la propria squadra e la propria città. Anni di impegno confluiti in un lungo e articolato memoriale composto da circa 300 pagine con gli allegati, tra cui sentenze, video e audio inediti (alcuni sono stati proiettati in aula), evidenziando i presunti omissis degli inquirenti, con delle mancanze che avrebbero impedito l’esatta ricostruzione dei fatti. “Dalle risultanze emerse dall’istruttoria dibattimentale – aveva spiegato il difensore – non può giungersi a un giudizio di penale responsabilità a carico degli imputati, non per mera formula di stile ma perché non si è raggiunta la prova certa della loro colpevolezza, nemmeno a livello di indizi dotati dei requisiti della precisione e della concordanza”. I giudici hanno evidentemente concordato con la sua tesi.

Del collegio difensivo fanno parte, fra gli altri, gli avvocati Francesco Calabro, Viola Messa, Salvatore Leone, Carlo Sariconi, Francesco De Giorgi, Vincenzo de Benedittis e Massimo Zecca.

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