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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Melendugno

Gli attivisti cercano di fermare i camion: spostati di peso dalla polizia

In mattinata momenti di tensione, ma senza degenerazioni. Nel pomeriggio un cameraman è stato scaraventato per terra: il Comitato No Tap si dissocia dal fatto, soccorsi chiamati dagli stessi manifestanti

SAN FOCA (Melendugno) - Al termine della giornata sono stati trentatré gli ulivi espiantati dall'area propedeutica al cantiere per il micro tunnel del gasdotto Tap e sistemati nell'area di stoccaggio che sorge a qualche chilometro di distanza (in foto, sotto) in località Masseria del Capitano. 

Alle 18 in piazza Pertini, a Melendugno, è stata convocata un'assemblea pubblica nella quale il fronte che si oppone all'opera, che vede sulla stessa lunghezza d'onda il Comune e il comitato No Tap, deciderà come opporsi al prosieguo dei lavori. Il sindaco, Marco Potì, ha inoltrato già stamattina una seconda diffida sottolineando come l'ente cui spetta la verifica di ottemperanza sulle prescrizioni relative agli ulivi sia la Regione e non il ministero dell'Ambiente. Successivamente insieme al collega di Vernole, Luca De Carlo, al deputato del M5S Diego De Lorenzis e ai consiglieri regionali pentastellati, Antonio Trevisi e Antonella Laricchia, si è recato presso la procura della Repubblica. Questi ultimi presenteranno domani un ordine del giorno urgente in consiglio regionale per chiedere alla giunta di dare mandato all'avvocatura per un esposto e per un'impugnazione della nota del ministero dell'Ambiente che sostanzialmente autorizza Tap all'espianto.

Sui social, intanto, il governatore Emiliano viene chiamato pesantemente in causa: gli viene chiesto di metterci la faccia, considerata la sua linea contraria all'approdo del gasdotto a San Foca, e di fare quanto in suo potere per sospendere le attività. La risposta del presidente rimbalza la patata bollente alla magistratura come unica istituzione che, a questo punto, può intervenire con efficacia anche perché le "forze dell'ordine, su disposizione del governo, non intervengono". Parole che, a leggere i commenti successivi, certo non convincono.

La giornata è iniziata molto presto perché mentre le ruspe entravano in azione, il passaparola degli attivisti era già partito grazie alle ronde con le quali si monitorano gli spostamenti da e verso il cantiere: così a decine si sono ritrovati e ci sono stati tentativi di rallentare i lavori con azioni di protesta pacifica, come quella di distendersi per terra per impedire il transito dei camion: i manifestanti sono stati spostati di peso, tra urla e imprecazioni, ma senza particolari conseguenze.

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L'unico episodio increscioso si è verificato nel primo pomeriggio quando un cameraman dell'emittente Telenorba, dopo essere stato ostacolato nelle riprese, è stato strattonato e scaraventato a terra da un esagitato ritenuto estraneo al nucleo degli attivisti impegnati nel comitato. Sono stati del resto gli stessi manifestanti a chiamare il 118 e una volta sul posto il personale sanitario ha effettuato i controlli del caso (al collega operatore dell'informazione, naturalmente, tutta la solidarietà della redazione).

A lavori terminati, l'atmosfera era quella di una scampagnata, certamente diversa da quella della mattinata: chi con un panino faceva una pausa pranzo, chi con i figli un giro attorno alla recinzione metallica dell'area di espianto, chi arrivava con brocche di caffè per gli amici.

Dopo l'assemblea probabilmente si capirà meglio quale sia la reale capacità di mobilitazione del territorio, intesa come società civile e come comunità, perché per adesso l'impressione è che sia tanto vivace sui social quanto delegata nei fatti all'avanguardia del resto sempre presente in questi anni. E nei prossimi giorni, ha fatto sapere Tap, non c'è alcun sostanziale motivo per non procedere con l'espianto.

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