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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Forze dell’ordine per garantire la sepoltura. E fuori i custodi contro il vescovo

Una cappella è rimasta chiusa e i parenti del defunto hanno chiesto l' intervento urgente di carabinieri e polizia. La replica dell'Arcidiocesi di Lecce: "Il progetto di ottimizzazione dei servizi cimiteriali non cade dall'alto"

LECCE – Mattinata movimenta al cimitero di Lecce. Sono dovute infatti intervenire le forze dell’ordine, Digos compresa, perché avvenisse la tumulazione di una persona deceduta domenica e i cui funerali si sono celebrati il giorno dopo, il 28. La cappella della confraternita nella quale ha trovato poi posto il feretro è stata aperta solo nella tarda mattinata di oggi e il perché di questo increscioso contrattempo si interseca con la protesta che intanto inscenavano all’ingresso monumentale del camposanto i custodi che proprio da lunedì scorso sono a spasso.

Il loro rapporto di lavoro è stato interrotto dopo che la curia leccese ha affidato la gestione dei servizi delle confraternite ad una ditta privata, la Ecoword, che ha proceduto alla contrattualizzazione di nove dei ventidue custodi. Diventati oggi otto perché uno dei prescelti, Angelo Conte, si è rifiutato di firmare il contratto a tempo indeterminato solidarizzando con gli esclusi. Ed è già una storia nella storia.

camposanto 002-2Il passaggio di consegne è avvenuto nell’ottica di una generale riorganizzazione dei servizi pensata dalla Federazione diocesana delle confraternite (presidente Eugenio Anguilla): in base ad una revisione dello statuto del 1992 di cui si parla da molto tempo e che regola la vita delle confraternite, l’autonomia delle stesse dalla curia è oggi molto minore. Tutti i priori, in questa fase di transizione, hanno riconsegnato le chiavi al delegato vescovile, ma la distribuzione ai nuovi custodi ha subito qualche contrattempo se è vero che questa mattina se ne sarebbero presentati solo due per prendere servizio - il martedì è festivo - e che la cappella della confraternita dei Santi Filomena e Biagio (chiesa di Santa Chiara) aveva i battenti serrati. A quel punto, davanti alla rabbia dei parenti in attesa della sepoltura del loro caro, è stato necessario il prelievo “forzoso” di don Piero Quarta, il delegato, che è stato portato al cimitero dove, finalmente, il personale della Lupiae Servizi ha potuto portare a termine la tumulazione.

Intanto, fuori, i manifestanti– che già lunedì avevano protestato all’ingresso di Piazza del Duomo – hanno ripiegato gli striscioni, come concordato con le forze dell’ordine, e sono tornati a casa. Chiedono un confronto con l’arcivescovo di Lecce, Domenico D’Ambrosio, e non si perdono d’animo, anche se nelle 4 ore di presidio odierno non hanno ricevuto alcuna visita né parola di speranza. Si sentono traditi e sono molto perplessi sugli eventuali retroscena dell’operazione: come faranno – si chiedono – otto sole persone a garantire la pulizia, l’assistenza ai familiari, la vigilanza di una trentina di cappelle per oltre mille defunti?

Di seguito la nota dell’Arcidiocesi di Lecce: "Una scelta che non cade dall'alto"

Il progetto di razionalizzazione ed ottimizzazione dei servizi cimiteriali che ha voluto la federazione diocesana delle confraternite non cade dall'alto: è frutto di ascolto e di approfondimento con gli stessi priori delle confraternite e scaturisce dalle ripetute lamentele giunte all'ufficio di curia preposto da parte di privati cittadini e delle stesse Istituzioni locali. È il tentativo ragionato e motivato per far fronte ai tanti disservizi che si registrano nel cimitero di Lecce.

In quest'ottica la federazione diocesana delle confraternite ha consultato diverse realtà operanti nell'ambito della cooperazione sociale: la sola che ha dimostrato interesse è stata la cooperativa Ecoworld con la quale il relativo ufficio di curia ha attivato una collaborazione per giungere all'offerta di servizi capaci di risolvere le suddette criticità.

Nel frattempo, a fronte delle situazioni che si sono create in questi giorni, l'arcivescovo e la federazione diocesana delle confraternite hanno attivato con la suddetta cooperativa un ulteriore approfondimento del progetto al fine di superare le criticità evidenziate nel cimitero di Lecce, ponendo allo stesso tempo una particolare attenzione a situazioni di reale disagio che potrebbero ricadere negativamente sulle famiglie di alcuni custodi delle cappelle cimiteriali - e non cappellani, come qualche organo di stampa li ha erroneamente definiti.
L'auspicio è che questo impegno dell'autorità ecclesiastica possa ricreare condizioni di dialogo sereno e ragionato, nell'ottica della collaborazione per il bene di tutti.

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