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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca San Cesario di Lecce

Barricate all’ospedale “Galateo”. Addetti alla mensa, lotta contro i licenziamenti

Protestano quindici lavoratori, con scadenza di contratto a fine mese. "Rr Puglia" conferma la volontà di lasciare l'impianto. La Asl valuta il pasto veicolato. I sindacati fermi: "Non possiamo permettere la perdita della forza lavoro"

SAN CESARIO DI LECCE – L’azienda “Rr Puglia” sembra essere ben intenzionata a lasciare la gestione del servizio mensa presso l’ospedale di San Cesario di Lecce. Consegnando ufficialmente le chiavi della cucina nelle mani del direttore della Asl, Valdo Mellone, lunedì prossimo. Una data che coincide con la scadenza del contratto per 15 addetti presso il nosocomio “Galateo” che, da giorni, convivono con l’ansia dell’imminente licenziamento.

Le prime lettere sono già state recapitate e, a detta del segretario provinciale Cisal Vito Perrone, immediatamente impugnate presso il tribunale del lavoro perché considerate “illegittime”. Niente di nuovo, per la verità. La ditta, infatti, aveva manifestato le proprie intenzioni di abbandonare l’impianto già nel novembre 2012: il lievitare dei costi avrebbe reso il servizio ristorazione un’attività in costante perdita.

Nell’attesa dell’aggiudicazione del nuovo bando di gara, per la prosecuzione dell’appalto con un solo committente, l’azienda sanitaria locale sta vagliando l’ipotesi di servirsi dei pasti veicolati dall’ospedale più vicino. Presumibilmente il “Vito Fazzi” di Lecce.

Una proposta che si scontra con il muro erto dai dipendenti: disposti a tutto, dicono, pur di non far passare i furgoncini diretti al Galateo. La posta in gioco, per loro, è alta e coincide con la possibile fuoriuscita dal circuito lavorativo.

Una quindicina di posti di lavoro andati in fumo contro cui protestano, vigorosamente, le sigle sindacali Filcams Cgil, Uiltucs Uil e Cisal, con un presidio di protesta organizzato questa mattina all’ingresso dell’ospedale. “La cucina per la preparazione dei pasti è più che efficiente – spiega Perrone -. Ed è assurdo che questo presidio, che doveva essere potenziato nelle intenzioni iniziali del piano di riordino ospedaliero, si trovi ora in difficoltà”.

I pasti preparati oggi sarebbero una novantina, spiegano i lavoratori: “Non 40, così come l’azienda vorrebbe far credere”. Ma l’arrivo ai “ferri corti” con Rr Puglia deriverebbe anche dalla indisponibilità delle parti sociali a sottoscrivere i contratti di solidarietà. “Ma quale solidarietà, abbiamo già dato – si difendono gli interessati -. Da dieci anni a questa parte non possiamo godere di ferie e permessi, mentre continuano a sottrarci soldi dalla busta paga”.

L’azienda avrebbe tirato dritto per la propria strada, procedendo con un abbattimento del monte ore “del tutto unilaterale”, precisa il referente Cisal. Sfumato l’accordo, la contrazione del servizio sarebbe già in atto da tempo. E contro la volontà degli stessi dipendenti che lamentano anche la scarsa qualità del pasto garantito ai pazienti: “Nessuno si preoccupa dei risultati finali”.

Il paradosso della situazione sarebbe ben riassunto in una delibera della stessa Asl di Lecce (numero 307 del 18 febbraio): in base a quanto disposto dal piano di riordino regionale del 2010, il management  prevedeva il potenziamento del reparto di Riabilitazione cardiologica, con ulteriori 10 posti letto, e l’ampliamento dei ricoveri presso l’unità di Medicina fisica e riabilitativa.

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