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Cronaca Zollino

Carmen Consoli arrangia i testi e si diverte: "Con me grandi musicisti"

La "cantantessa" ha aperto la sala prove di Zollino facendo ascoltare una versione rielaborata della pizzica di Torchiarolo. Ancora top secret l'identità delle ospiti

ZOLLINO – Con un arrangiamento più melodico della pizzica di Torchiarolo, e con la voce di Stefania Murciano, Carmen Consoli ha aperto una finestra sulle prove in corso per il concerto de La notte della Taranta del 27 agosto.

Tre ospiti italiane, due straniere - ma ancora catenaccio sulla loro identità - la riscrittura di qualche brano, come “Carceri”, e un ripensamento rispetto a quanto affermato in sede di presentazione: spazio anche alla chitarra elettrica. La “cantantessa”, sotto lo sguardo vigile dell’ufficio stampa, lascia filtrare qualche informazione, ma senza dettagli. La manifestazione, del resto, ha una sua liturgia anche nel lungo percorso di avvicinamento all’evento finale e le “sorprese” devono essere svelate al momento giusto, secondo un climax consolidato nella sua scansione temporale.

Carmen Consoli ha lodato la qualità, umana oltre che musicale, dell’orchestra con la quale è immersa nel lavoro: “Ho trovato il cuore e il sangue, come diceva mio padre. Mi sto divertendo molto”. L'impalcatura sonora del concerto sarà vibrante – “perché la pizzica è rock, il tamburello è Led Zeppelin” - con una parentesi dedicata quasi all’etimologia della musica popolare fatta di dolore, trasformazione, guarigione, quasi a raccontare quella "malapianta", per dirla alla Rina Durante, quel tormento intimo che fa parte della vita.

(Guarda le prove)

La preparazione del concerto - ha ammesso il maestro concertatore - è stata resa più facile da una vicinanza linguistica sulla quale ha scherzato volentieri con i giornalisti: “Voi siete al corrente che parliamo tutti siciliano, no? Salentino, calabrese, palermitano, catanese sono vernacoli del siciliano. Il dialetto salentino lo trovo familiare, in Sicilia mi dicono che mi sono imbastardita. Mi sono documentata, ho voluto imparare a cantare i testi e studiare la lingua per entrare nella sua poetica”.

Infine, una riflessione sul senso generale dell’evento e di quello che col tempo è diventato: “L’operazione semplice di considerare la cultura una risorsa economica è un’intuizione che dovrebbe contagiare tutto il paese, soprattutto attraverso la valorizzazione delle radici. Credo molto nella bellezza, che non deve essere per forza tangibile. Qualcuno ha detto che non possiamo vivere di pane e Divina Commedia. Non sono d’accordo: io penso che si possa fare, che il problema è che non lo abbiamo fatto fino ad oggi. Il Salento ci dice questo e oggi tutti parlano di questa terra”.  

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