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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Ugento

Rapina e sequestro per costringere una donna a prostituirsi, a giudizio

Un 42enne bulgaro è accusato di violenza sessuale, sequestro di persona, rapina, percosse e lesioni personali

LECCE – Si aprirà il prossimo 6 maggio, dinanzi ai giudici della prima sezione penale, il processo a Tsvetan Tsvetanov, bulgaro 42enne accusato di violenza sessuale, sequestro di persona, rapina, percosse e lesioni personali.  Una storia di violenza, soprusi e degrado. I fatti fanno riferimento al 2013, il 42enne avrebbe agito con la complicità di altri due connazionali: Rumyana Kotsewa, 27enne; e Ivaylo Ivanov, 28 anni, già condannati in primo grado a nove anni. Il rinvio a giudizio è giunto dopo l’udienza preliminare celebrata dinanzi al gup Michele Toriello. Tsvetanov è assistito dall’avvocato Luigi Crovaglia.

La mattina del 4 luglio 201, un 23enne bulgaro, in Italia da pochi giorni assieme alla giovane moglie di 22 anni, si rivolse in lacrime ai militari dell’Arma. Tra innumerevoli difficoltà linguistiche, il giovane sposo raccontò che, dopo essere stato picchiato e rapinato di soldi e cellulari, tre connazionali, avevano rapito la sua compagna al quinto mese di gravidanza, per costringerla a prostituirsi nei pressi dell’Auchan di Brindisi.

Tsvetanov-2Le indagini, condotte dal personale dell’Arma della provincia di Lecce, e dal comando di Brindisi, furono immediatamente indirizzate verso la città adriatica mentre il giovane marito fu accompagnato in caserma per facilitare la comunicazione attraverso la consulenza di un interprete.

Grazie ai posti di blocco allestiti lungo le principali arterie stradali, gli investigatori riscontrarono come, effettivamente, la vittima fosse stata condotta nel brindisino, come aveva raccontato l’uomo. Rintracciata, la giovane ragazza fu sottoposta agli accertamenti medici per scongiurare che il forte stress e gli attimi di terrore vissuti avessero potuto scatenare conseguenze più gravi.

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