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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca San Cesario di Lecce

Cruenta rapina nell'agenzia assicurativa, il quarto uomo si consegna agli inquirenti

Chiuso il cerchio delle indagini, dopo l'assalto a Lequile del 6 febbraio scorso, durante il quale, in un coflitto a fuoco con i carabinieri, è rimasto ferito un malvivente. Fabrizio Maniglia, 46enne di San Cesario di Lecce, s'è costituito nella tarda mattinata. Su di lui pendeva già un decreto di fermo

LECCE – Il cerchio s’è chiuso. Anche il quarto uomo della sanguinosa rapina avvenuta a Lequile il 6 febbraio scorso è finito in carcere. Fabrizio Maniglia, 46enne di San Cesario di Lecce, s’è consegnato spontaneamente intorno alle 13 di oggi ai carabinieri del Nucleo investigativo di Lecce.

Gli uomini diretti dal capitano Biagio Marro, in tutto questo tempo, non hanno mai dato tregua al gruppo, artefice di un assalto per un bottino di appena mille euro nell’agenzia assicurativa “Vittoria” di largo San Vito, seguito da un conflitto a fuoco all’arrivo dei militari della stazione di San Pietro in Lama. Quel giorno d’inizio mese, quando la pattuglia è stata colpita da una raffica di spari, la risposta delle forze dell’ordine è stata immediata.

Ferito Alessandro Aprile, 35enne di San Cesario di Lecce (poi operato d’urgenza presso l’ospedale “Vito Fazzi” e piantonato), quella stessa notte è stato catturato, grazie anche alla collaborazione della squadra mobile della polizia, uno dei fuggiaschi, Vincenzo De Benedictis, 33enne di San Pietro in Lama.

Poi il terzo arresto, quello di Antonio Ape, 45enne di San Cesario di Lecce. Oggi la costituzione di Maniglia davanti ai carabinieri, assistito dagli avvocati Luigi e Roberto Rella.  

Nel fascicolo degli indagati, in mano al pm Carmen Ruggiero, l’uomo è stato iscritto per rapina aggravata, duplice tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi e ricettazione, reati commessi in concorso con i presunti complici.

MANIGLIA%20FABRIZIO%201-2Il fermo di Maniglia era nell’aria già da ieri. Ape, rintracciato in casa di conoscenti, a Veglie, dove aveva trovato riparo, nel corso dell’interrogatorio avrebbe ammesso di essersi allontanato proprio insieme al 46enne. Tanto che il decreto di fermo era stato emesso ieri mattina. Maniglia potrebbe quindi essere stato spinto a recarsi dagli inquirenti per definire meglio la sua versione dei fatti.

Incalzato dalle domande, non sono mancati nemmeno momenti delicati, nel corso della sua permanenza a Palazzo di Giustizia. Proprio in quel frangente, infatti, si trovavano negli uffici della Procura i due militari rimasti coinvolti nella sparatoria.  

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