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Cronaca

Rapine e droga, operazione "The town": l'accusa chiede oltre un secolo di carcere

Furono i carabinieri della compagnia di Maglie a sgominare un presunto sodalizio dedito ad una pluralità di crimini, con l'aggravante dell'uso delle armi. Giuseppe Stasi, Daniele Marra, Antonio Rollo, Martino Stasi e Vito William Gravante avrebbero formato il fulcro dell'associazione. In diciannove hanno scelto il rito abbreviato

LECCE – Giovani, spietati, violenti e pronti a tutto. Vite bruciate e ispirate a modelli criminali, anche cinematografici. Le indagini dei carabinieri, tanto rapide quanto complesse, svelarono l’esistenza di un mondo parallelo, fatto di leggi e regole ben diverse dalla vita di tutti i giorni. Gli inquirenti tratteggiarono una presunta associazione a delinquere finalizzata a commettere una pluralità di delitti quali rapine, furti, cessione, trasporto e detenzione di sostanza stupefacente del tipo cocaina e marijuana, con l’aggravante di utilizzare armi, oltre ad altri reati quali danneggiamenti e lesioni.

L’operazione “The Town” (dall’omonimo film di cui spesso i protagonisti parlavano al telefono, come una sorta di canovaccio da emulare), sgominò una presunta banda di giovanissimi pronti a conquistare il territorio e a scalare gerarchie nell’ambito della criminalità locale. Oggi, per le diciannove persone, che hanno scelto il giudizio abbreviato, la Procura ha presentato il conto per i crimini commessi, chiedendo complessivamente oltre un secolo di carcere. Si tratta di Giuseppe e Martino Stasi, 24 anni e 22; Daniele Marra (27); Antonio Rollo (26); Vito William Gravante (33); Alberto Vincenti (23); Marco Sabato (25), Giuseppe Castelluzzo (33), Carlo Chiarillo (25). E ancora Mirko Castelluzzo 35 anni, Toni D’Acquino (44); Massimiliano Durini (35), Lucio Giaccari (20); Cristian Lato (26); Roberto Panico (19), Diego Podo (28), Marco Sabato (24), Alessandro Solidoro (26), Alberto Vincenti (22).

Secondo gli inquirenti Giuseppe Stasi, Daniele Marra, Antonio Rollo, Martino Stasi e Vito William Gravante avrebbero formato il fulcro dell’associazione criminale finalizzata ai furti, le rapine e latri reati. In particolare Giuseppe Stasi sarebbe stato il fondatore e capo del gruppo; Martino Stasi suo diretto e stabile collaboratore, con gli altri tre ad agire da gregari. “Del gruppo – aveva commentato il procuratore Cataldo Motta – stupiva la violenza, spesso gratuita, e la freddezza nel portare a termine i colpi”. Per loro il pubblico ministero Francesca Miglietta ha chiesto pene tra i 18 e i 10 anni di reclusione.

A dare avvio alle indagini fu la tentata rapina avvenuta la mattina del 2 aprile 2012 presso l'ufficio postale di Carpignano Salentino. Daniele Marra fu arrestato in flagranza dai carabinieri di Martano e di Otranto. Successivamente, fu intercettata l'auto con a bordo i due complici di Marra: Antonio Rollo e Giuseppe Stasi, che intanto si erano dati alla fuga. Diversi i particolari che facevano presumere che in gran parte delle rapine gli autori fossero sempre gli stessi. Le persone che prendevano parte ai "colpi" erano sempre di tre, travisate con cappucci di fortuna, ricavati dalle maniche di maglioni, armate spesso di fucile a canne mozze; anche la corporatura dei tre descritta di volta involta coincideva. Infine, anche le modalità scelte per la fuga erano sempre le stesse : dopo la rapina, abbandonato il veicolo, rubato, i malviventi continuavano la fuga a bordo di un'altra autovettura "pulita".

L'attività d'indagine del Nucleo operativo di Maglie ha permesso di appurare non solo l'esistenza di un'organizzazione delinquenziale dedita alle rapine, in particolare ai danni di attività commerciali, ma anche che i proventi di quei delitti erano finalizzati al sostegno delle spese per l'approvvigionamento di stupefacente, cocaina e marijuana, da spacciare. Nel corso delle intercettazioni è emerso chiaramente come Giuseppe Stasi approfittasse del suo stato detentivo per stringere nuove e più importanti alleanze con la malavita leccese, già operante nel settore degli stupefacenti e delle rapine, accettandone anche la "protezione" all'interno del carcere. Per di più, utilizzava il fratello Martino per portare a termine materialmente gli accordi illeciti che gli avrebbero permesso di continuare a reperire notevoli somme di denaro da utilizzare per il suo mantenimento in carcere.

Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Benedetto Scippa, Mario Coppola, Cosimo Rampino, Mario Ciardo, Silvio Caroli, Giuseppe Castelluzzo, Simone Viva e Roberto Bray.

"The Town", i principali indagati

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