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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Industria, ambiente, umanità: "Vento di soave", documentario da applausi

Giovedì a Lecce, poi a Calimera e Brindisi: in sala l'ultimo lavoro di Corrado Punzi. Sullo sfondo la centrale a carbone di Cerano e il petrolchimico di Brindisi

LECCE – La consapevolezza del danno sanitario e ambientale connesso ad alte concentrazioni di emissioni inquinanti prolungate nel tempo sta attraversando la Puglia meridionale come un getto di acqua gelida dopo un’indolente esposizione al sole. Con fatica, negli ultimi tempi, sono stati elaborati i dati epidemiologici per i quali tra Brindisi, Taranto e la provincia leccese ci sono delle zone – dette cluster – dove alcune gravi malattie tumorali hanno un’incidenza chiaramente superiore alla media.

Sono le prime evidenze scientifiche di una pressione molto forte sul territorio e la classe dirigente arranca non sapendo quale coniglio estrarre dal cilindro: industria, infatti, significa lavoro che a sua volta genera consenso e smorza le tensioni sociali. L’epoca del progresso salvifico, tuttavia, è tramontata da tempo e il presente si trascina dietro di sì tutte le contraddizioni e le pesanti conseguenze con le quali bisognerebbe iniziare a fare i conti in maniera sistemica.

Parlarne, intanto, è un buon punto di partenza: lo fa molto bene il film documentario “Vento di soave”, del regista leccese Corrado Punzi, realizzato in un orizzonte tutto leccese, con il contributo di Apulia Film Commission: nato da un’idea condivisa con il giornalista Stefano Martella, scritto e sceneggiato con Francesco Lefons, prodotto da Davide Barletti e dal collettivo cinematrografico Muud Film (oltre allo stesso Punzi, ci sono Mattia Soranzo e Mattia Epifani) è stato girato in circa un anno a partire dalla primavera del 2016 dopo una fase di ricerche iniziate nell’autunno precedente.

“Vento di soave”, dopo l’apprezzato esordio alla 35esima edizione del Torino Film Festival, approda per la prima volta in Puglia con la proiezione in programma giovedì 28 dicembre alle 21 al cinema Db d’Essai di Lecce (ingresso 5 euro, biglietti già in vendita). Poi ce ne saranno altre: il 4 gennaio al cinema Elio di Calimera (ore 21) quindi il 19 gennaio a Brindisi al Cinema Teatro Impero (ore 20.30).

Si tratta di un lavoro notevole tecnicamente – un plauso al montaggio di Cristian Sabatelli e alla cura dei suoni affidata a Gianluigi Gallo – e molto potente dal punto di vista dei contenuti: al centro della scena ci sono le storie di alcuni normali cittadini, sullo sfondo invece la centrale Enel a carbone Federico II di Cerano e il petrolchimico Enipower del polo industriale nel porto di Brindisi. Il documentario non punta il dito, ma certo prende posizione, facendolo però con onestà e non con furbizia: la costruzione è raffinata nella sua autenticità perché non ci sono domande pressanti e voci fuori campo, ma solo una macchina da presa che segue i protagonisti nelle loro vicende quotidiane, fatte di preoccupazioni, piccoli gesti di conforto, la necessità di andare avanti, nonostante tutto.

“Vento di soave” sfugge anche alla tentazione e al rischio della retorica, sebbene alcune scene siano intrinsecamente coinvolgenti e commoventi: e la ragione di qualche sacrosanto cedimento emotivo sta esclusivamente nell’empatia che si genera davanti a situazioni che hanno fatto parte, o potrebbero farne, della vita di tutti noi. In questo è certamente un documentario molto umano, ma allo stesso tempo rigoroso che lascia volutamente aperte una serie di domande ma che si pone come un modello di analisi parecchio interessante sul modello di sviluppo al quale ci siamo condannati, a Brindisi come in moltissimi altri luoghi del mondo occidentale. Da vedere e far vedere.

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