rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Centro / Via Francesco Rubichi

La statua del Pellicano torna sulla Chiesa del Gesù: fu abbattuta da un fulmine

E' stata ricollocata in giornata, sul monumento di fine Cinquecento, l'opera scultorea danneggiata da un'ondata di maltempo

LECCE – A due anni dal “volo” causato da un fulmine, fa ritorno a casa la statua del Pellicano. Il celebre volto di pietra del volatile, staccatosi durante un’ondata di maltempo dalla Chiesa del Gesù, nel cuore di Lecce, è stata ricollocato in cima al luogo di culto, in via Rubichi. “Riprende quota” proprio nel giorno in cui il capoluogo salentino celebra i 400 anni dalla morte di San Bernardino Realino, gesuita compatrono di Lecce a cui si deve la costruzione della chiesa che ne custodisce le stesse spoglie. Il pellicano ha una duplice simbologia: è inteso sia come immagine di Cristo che si lascia crocifiggere e dona il suo sangue per redimere l'umanità, ma anche come immagine Dio che sacrifica suo figlio. Un’opera dunque prestigiosa, posata sul monumento chiamato anche “Della Madonna del buon consiglio” e costruito nel 1575 per accogliere i Gesuiti che giunsero in città l'anno precedente, al seguito di Bernardino Realino 

L’intervento di recupero da parte della ditta specializzata, promosso dall’assessore all’Ambiente, Andrea Guido, è stato realizzato gratuitamente fino al recupero dell’opera scultorea. I maestri scalpellini della ditta di Calimera hanno dovuto realizzare in laboratorio l’esatta copia del volto e del lungo becco dell’uccello in pietra leccese, per far sì che potesse combaciare perfettamente con la nuca e le restanti parti della testa. Un lavoro lungo diverse settimane e completamente manuale. Il nuovo pezzo, questa mattina, è stato fissato grazie all’utilizzo di particolari resine e di fibre naturali. Si tratta di tecniche innovative che garantiscono la tenuta nel tempo del restauro attraverso l’utilizzo di sostanze resinose liquide e solide in sostituzione delle tradizionali bullonature in metallo. La statua rimarrà imbracata con dei nastri di sicurezza per i prossimi giorni onde permettere la solidificazione dei collanti usati. Dopodiché si potrà passare alla fase della velatura per ottenere l’uniformità cromatica del nuovo pezzo. Con questo ultimo intervento è possibile anche rimuovere, finalmente, le impalcature installate sul sagrato della chiesa.

Festa per il restauro completato

“Uno dei numerosi simboli che hanno figurato Cristo, forse, insieme all’agnello, il più significativo e commovente, è il pellicano - racconta Padre Mario Marafioti, gesuita responsabile della struttura di proprietà della stessa confraternita - Al bianco uccello che vive in Europa orientale, in Asia sud-occidentale e in Africa, si attribuisce un importante significato allegorico. Il fatto che i pellicani adulti curvino il becco verso il petto per dare da mangiare ai loro piccoli i pesci che trasportano nella sacca, ha indotto in passato all’errata credenza che i genitori si lacerino il torace per nutrire i pulcini col proprio sangue, fino a divenire emblema di carità. Il pellicano è divenuto, pertanto, sin dal medioevo, il simbolo dell’abnegazione con cui si amano i figli. E per questa ragione l’iconografia cristiana ne ha fatto l’allegoria del supremo sacrificio di Cristo, salito sulla Croce e trafitto al costato da cui sgorgarono il sangue e l’acqua, fonte di vita per gli uomini”. 

(Uno dei video)

Le operazioni di restauro, cominciate alle 9, si sono protratte fino al primissimo pomeriggio, e hanno contemplato anche al posa in opera di una targa marmorea commemorativa del quattrocentesimo anniversario della morte di San Bernardino Realino che verrà scoperta nella mattinata di sabato per mano del Sindaco, in occasione di una cerimonia speciale. “Il 2 luglio 1616 il sindaco Sigismondo Rapanà eleggeva patrono e  protettore di Lecce Bernardino Realino, poco prima che morisse, consegnandogli le chiavi della città - spiega Andrea Guido - Quattrocento anni dopo Paolo Perrone rinnova l’offerta di quelle chiavi al santo gesuita amico dei poveri e soccorritore dei deboli, alla presenza dell’Arcivescovo Monsignor D’Ambrosio. Per l’occasione sono riuscito a far realizzare in maniera gratuita da un amico artigiano l’esatta copia di quella chiave che oggi è ancora custodita all’interno della chiesa gesuita insieme ai resti di San Bernardino. Non riuscirei a fare tutte queste cose - commenta l’assessore leccese - senza l’aiuto dei tanti amici che mi circondano”.

(Altri fotogrammi della giornata)

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La statua del Pellicano torna sulla Chiesa del Gesù: fu abbattuta da un fulmine

LeccePrima è in caricamento