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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Reportage: strada statale 275, una ferita aperta nel cuore del Salento

L'ammodernamento della statale 275, che prevede le quattro corsie sul tratto Maglie-Leuca, è un'opera attesa da ormai oltre vent'anni. Viaggio nell'inferno quotidiano di un'immensa arteria sulla quale è fin troppo facile morire

 

LECCE – Quella della strada statale 275, che da Maglie conduce giù sino al Capo di Leuca, è una ferita aperta nel cuore di un Salento sospeso tra la tutela del patrimonio paesaggistico e un futuro fatto di turismo e sviluppo. Un viaggio lungo circa trentotto chilometri, tempo media di percorrenza un’ora, attraverso i mali di un Sud fatto di progetti irrealizzati e speranze disilluse. Nel mezzo un rosario di paesi che si sgranano lungo quella che è l’unica via di comunicazione con il capoluogo salentino, e una delle arterie più percorse per raggiungere alcuni degli angoli più affascinanti della regione.

Superata Maglie, l’impatto con le due corsie è pressoché immediato, la velocità di crociera scende attorno ai 40/50 chilometri orari. Tanti, soprattutto nel tratto tra Botrugno e Montesano Salentino, i centri commerciali e le aziende il cui accesso si affaccia direttamente sulla strada. Un problema in più non solo per il traffico, ma anche per la sicurezza stradale, specie nelle ore serali. Non è un caso, infatti, che la strada sia stata negli anni teatro di tanti incidenti mortali. L’ultimo, in ordine di tempo, è avvenuto lo scorso 29 aprile, all'altezza dell'uscita per Surano, in prossimità del ristorante “Re dei re”. A perdere la vita, un uomo di 45 anni e suo figlio di soli 12 anni, rispettivamente Sandro e Francesco Beccarisi, originari di Corigliano d'Otranto.

Proseguendo lungo la strada, dopo circa otto chilometri, all’altezza del bivio per Ruffano, si trova il primo dei tanti semafori che s’incrociano lungo la statale. Impossibile non ritrovarsi in un ingorgo fatto di auto, camion, mezzi agricoli e moto. All’ingresso di Montesano, in prossimità del cimitero locale, un rondò rende ancora più lenta la circolazione. Quello del piccolo comune salentino (meno di tremila abitanti), è il primo dei centri abitati che si attraversano scendendo verso il Capo. Il secondo, dopo altri due semafori, è Lucugnano. In alcuni punti la strada, già piuttosto stretta, diventa ad una sola corsia a causa delle auto in sosta dei proprietari delle case prospicienti la statale. Case le cui finestre, rigorosamente chiuse, e non potrebbe essere diversamente, si affacciano a meno di un metro da quella che d’estate diventa una delle vie più battute dal turismo locale.

Una lunga arteria piena di ingorghi e accessi pericolosi

Uno dei proprietari delle abitazioni, il signor Antonio De Marco, racconta i suoi problemi di ogni giorno: “Tra smog e inquinamento l’aria è irrespirabile, ogni giorno siamo costretti a pulire, altrimenti diventa tutto color fuliggine. D’estate poi diventa un vero inferno, per attraversare la strada ci vogliono anche parecchi minuti ed è pure pericoloso, soprattutto di sera”. Disagi che non tutti condannano, come spiega lo stesso pensionato: “Chi possiede un’attività commerciale trae inevitabilmente beneficio dall’attraversamento del paese, che con la nuova strada diverrebbe isolato”. Un concetto ribadito anche da molti commercianti di Alessano e Montesardo, altri paesi che bisogna inevitabilmente attraversare. Non è un caso del resto che farmacie, bar e distributori si affaccino di solito sulla statale.

L’ultimo tratto, quello tra San Dana e Leuca, è tra i più dissestati. Un percorso fatto spesso di curve a gomito, buche e di un manto stradale irregolare, che con la pioggia crea non poche insidie agli automobilisti. L’ultimo paese da attraversare è Gagliano del Capo: qui la strada statale 275 lambisce addirittura il locale ospedale. Anche qui finestre serrate per sfuggire a un’aria satura di monossido di carbonio. I trentotto chilometri si possono trasformare in un viaggio estenuante, il faro di Leuca sembra un miraggio all’orizzonte, con il mare che riempie gli occhi e l’anima e ricompensa, almeno in parte, dalla fatica di quest’odissea salentina.

 

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