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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Ilva, la Cassazione respinge il ricorso. Specchia resta in libertà

La Procura di Taranto aveva chiesto il ripristino dei domiciliari per il segretario generale di Palazzo Carafa. Il 60enne era stato arrestato in primavera, nell'ambito dell'indagine sui presunti favori al colosso siderurgico, quando ricopriva la carica di funzionario presso il Comune ionico

LECCE - La Corte di Cassazione ha respinto, ritenendolo illegittimo, il ricorso della Procura della Repubblica di Taranto con cui era stato chiesto il ripristino della misura cautelare nei confronti Vincenzo Specchia, 60 anni, nativo di Galatina, da tre anni segretario generale del Comune di Lecce, coinvolto nell’inchiesta sui presunti favori al colosso siderurgico di Taranto. Per Specchia, arrestato nell’ambito dell’operazione“Ambiente svenduto”, che ha portato i militari della guardia di finanza della città ionica ad eseguire quattro ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip Patrizia Todisco, il Tribunale del riesame aveva annullato la misura degli arresti domiciliari, accogliendo e condividendo l'istanza e la linea difensiva del legale del dirigente comunale, l'avvocato Andrea Sambati.

I quattro provvedimenti ersno stati disposti nei confronti di altrettanti dirigenti e funzionari pubblici, travolti dall’inchiesta sulle presunte manovre illecite nella gestione della discarica interna allo stabilimento Ilva, denominata Mater Gratiae. Con l’accusa  di concussione è stato travolto dalla vicenda giudiziaria anche il presidente della Provincia di Taranto, Giovanni Florido, 61enne esponente del Partito democratico e alla guida dell’ente a partire dal 2004.

In particolare, ai quattro indagati, il gip ha  contestato un tentativo di concussione per costrizione nei confronti di un ex dirigente del settore Ecologia della Provincia, Luigi Romandini, invitato a firmare alcuni permessi ida concedere all'Ilva.  Un tentativo che non andò in porto dal momento che Romandini si rifiutò di firmare, nonostante alcune minacce di licenziamento. A Florido, Conserva e Archinà è contestata anche la concussione per induzione per aver costretto il successore di Romandini nello stesso ufficio, Ignazio Morrone, a sottoscrivere l'autorizzazione all'esercizio di discarica per rifiuti speciali nell'area della cava, precedentemente richiesta dall'industria.

Vincenzo Specchia, era destinatario della misura per incarichi precedenti al suo ingresso nell’amministrazione comunale leccese: ha ricoperto ruoli dirigenziali presso la Provincia di Taranto.  Dal primo giugno 2004 al 12 giugno del 2006 è stato segretario generale del Comune tarantino, per poi passare nel luglio 2006 e fino al marzo 2008, a quello di direttore dell’ente provinciale. Dal mese successivo, sino al 31 agosto del 2009, ha ricoperto anche la funzione di segretario.

Lo scorso 30 aprile era stato nominato responsabile della Prevenzione della corruzione di Palazzo Carafa  - che poi lo ha sospeso in via cautelare - sebbene la posizione a lui contestata riguardi solo ed esclusivamente fatti accaduti durante i suoi incarichi presso l’ente provinciale tarantino. Coinvolti nella vicenda giudiziaria, anche l’ex assessore provinciale all’Ambiente, Michele Conserva, e Girolamo Archinà, ex addetto alle Relazioni esterne dell’Ilva.

“Ho grande fiducia nella giustizia che presto sarà chiamata a decidere sull’eventuale rinvio a giudizio, un’ipotesi che allo stato attuale mi sembra, assolutamente improbabile”, ha commentato lo stesso Specchia, a margine della decisione dei giudici.​

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