rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Rete di spacciatori e bische clandestine, resa dei conti per 62

Hanno scelto quasi tutti il rito abbreviato, i presunti sodali di una vasta organizzazione che aveva a capo Pasquale Briganti e i fratelli Nisi, nell'ambito dell'operazione "Cinemastore" condotta dalla squadra mobile leccese

LECCE – Si avvicina il momento della resa dei conti, per l’operazione “Cinemastore”, una delle offensive più imponenti mai messe in atto dalla procura leccese e che all’alba del 24 gennaio portò la squadra mobile a svariati arresti in tutta la provincia.

Quarantanove furono le ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip di Lecce, anche se diversi presunti elementi del sodalizio, fra cui i personaggi ritenuti leader, Pasquale Briganti, 43enne di Lecce, ed i fratelli Giuseppe e Roberto Nisi, 51enne e 59enne, anche loro leccesi, indagati per associazione a delinquere di stampo mafioso, riuscirono in un primo momento a farla franca, salvo poi essere catturati in un secondo momento. L’ultimo a finire nel carcere di Borgo San Nicola è stato Briganti, sorpreso all’inizio del mese nella zona di Alliste.

Sono sessantadue, in tutto, le persone indagate, considerando anche coloro i quali hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a piede libero. Oggi, davanti al gup Carlo Cazzella, nel corso dell’udienza preliminare che s’è svolta nell’aula bunker, s’è stabilito il futuro processuale per tutti. I più hanno scelto la possibilità di essere giudicato con il rito abbreviato, per il quale viene applicata la riduzione di un terzo della pena. 

Abbreviato: Michele Amato, 35enne di Taurisano; Giuseppe Antonio Bleve, 42enne di Ugento; Pasquale Briganti, detto “Maurizio”, 43enne di Lecce; Viviana Buttazzo, 31enne di Lecce; Marco Calò, 27enne di Surbo; Sergio Caroppo, 26enne di Lecce; Stefano Ciurlia, 43enne di Carmiano, Tamara Colagiorgio, detta “Checca”, 36enne di Lecce; Giuseppe Colella, 44enne di Lecce; Domenico D’Agnano, detto “Nerone”, 44enne di San Pietro Vernotico; Sebastian De Angelis, 27enne di Lecce; Gianluca De Blasi, detto “Sosa”, 36enne di Lecce; Teodoro De Nuccio, detto “Teo”, 55enne di Alessano;  Danilo De Tommasi, 23enne di Lecce; Gianni Dolce, 33enne di Surbo;  Fernando Elia, detto “Poldo”, 36enne di Lecce; Stefano Elia, 36enne di Torchiarolo; Sandro Fuso, 35enne di Lecce; Paolo Guadadiello, 25enne di Squinzano; Riccardo Loscanna, 25enne di Campi Salentina; Alessandro Manni, detto “Sandro”, 40enne di Taurisano.  

Sempre abbreviato per: Francesco Micoli, 41enne di Taranto; Emanuele Milinanni, detto “Lele”, 34enne di Lecce; Steven Minerva, 30enne di Genova;  Vincenzo Minicozzi, 23enne di Ugento; Giuseppe Nisi, 52enne di Lecce; Salvatore Notarnicola, 31enne di Torchiarolo; Cosimo Perrone, detto “Mino”, 29enne di Torchiarolo; Mauro Personè, 31enne di Lecce; Silvia Petrucci, 38enne di Lecce; Sandro Podo, detto “Pisiricchio”, 35enne di Lecce; Antonio Quarta, detto “Tonio”, 41enne di Carmiano; Raffaele Renna, detto “Puffo”, 33enne di San Pietro Vernotico; Pierpaolo Ricciato, 39enne di Tuturano;  Daniele Rizzo, 35enne di Cellino San Marco; Saverio Rizzo, 35enne di Cellino San Marco; Cinzia Rollo, 39enne di Lecce.  

E ancora, abbreviato per: Giuseppe Rotundo, detto “Giuseppe dei cavalli”, 50enne di Minervino di Lecce; Simona Sallustio, 38enne di Lecce; Omar Sanapo, 41enne di Lecce; Jonni Serra, detto “Pecora” e “Mbè”, 38enne di San Pietro Vernotico; Giorgio Sinistro, 35enne di Lecce; Marcello Solazzo, 29enne, originario di Campi Salentina, residente a Ronchi dei Legionari (Gorizia); Gianni Solombrino, 50enne di Lecce; Emanuela Spalluto, 26enne di Novoli, Cristian Tarantino, 24enne di San Pietro Vernotico; Floriano Trecchi, 36enne di Taurisano; Daniele Antonio Urso, 28enne di Taurisano; Vincenzo Zonno, 26enne di Toritto.  L'udienza si terrà il 3 ottobre.        

Patteggiamento per: Salvatore Bramato, 35enne di Alessano; Giuliano Calò, 33enne di Lecce; Angelo Corrado, 32enne di Lecce; Cosimo Danilo Dell’Anna, detto “Mino”, di Carmiano; Roberto Nisi, 60enne di Lecce (patteggiamento in continuazione); Luigia Venuti Pesolino, detta “Gina”, 49enne di Alessano.

Hanno scelto il rito ordinario: Romolo Cennamo, 50enne di Torchiarolo; Jerry Mastrangelo, 37enne di Gallipoli; Anna Elisa De Rinaldis, 46enne di Torchiarolo; Emanuela Feliconi, 35enne di Lecce; Andrea Marullo, 28enne originario del brindisino, ma residente a Sassuolo; Carmela Merlo, 44enne di Lecce; Daniele Poso, 26enne di San Pietro Vernotico.  L'udienza si terrà il 3 ottobre. 

Del collegio difensivo, fanno parte, fra gli altri, gli avvocati: Paolo Rizzo, Paolo Pepe, David Alemanno, Antonio Savoia, Giovanni Valentini, Pantaleo Cannoletta, Massimiliano Petrachi, Paolo Cantelmo, Francesco Spagnolo, Luigi Rella, Roberto Rella, Francesco Cascione, Samuel Politi, Mario Fazzini, Elvia Belmonte, Luca Laterza, Luigi Ingrosso, Alessandro Quarta, Giovanni Erroi, Luigi Suez, Francesco Cascione, Samuel Politi, Giuseppe De Luca, Donata Perrone, Ladislao Massari, Giancarlo Dei Lazzaretti, Elio Maggio, Giuseppe Caputo, Pasquale Scorrano, Mario Marchiò, Gianluca Scalera, Cosimo Rampino, Rosario Levato, Marco Pezzuto, Gabriele Valentini, Paolo Maggiore, Angelo Daniele Vetrugno, Vincenzo Petraroli, Gabriella Mastrolia, Cosimo Lodeserto, Gianvito Lillo, Ivan Feola, Francesco Saponaro, Giuseppe Corleto, Selene Mariano, Pasquale Annicchiarico, Federico Mazzarella De Pascalis, Massimo Renna, Silvio Giardiniero, Mario Coppola.                                  

L’indagine

E’ stata la squadra mobile di Lecce, guidata dal vicequestore aggiunto Michele Abenante, e con il coordinamento del procuratore Cataldo Motta e del sostituto Guglielmo Cataldi, a smantellare la presunta organizzazione, grazie anche a intercettazioni ambientali e telefoniche. Intimidazione, assoggettamento, omertà: sono questi gli elementi fondanti del gruppo, secondo gli investigatori che hanno indagato per tre anni di fila. Il tutto, all’ombra dell’indelebile marchio della Scu, per mantenere un controllo esteso e capillare del territorio, nella gestione di varie attività. Fra queste, spiccherebbe il traffico di stupefacenti, anche se si conterebbero episodi di tentata estorsione, riciclaggio, detenzione di armi.

Briganti avrebbe assunto, sul territorio di Lecce, e dintorni il ruolo di responsabile. Un vero e proprio punto di riferimento, anche nella risoluzione delle controversie interne e a garanzia del rispetto delle regole imposte dall'affiliazione. I fratelli Nisi, invece, avrebbero avuto in particolare il controllo delle attività quali il traffico di sostanze stupefacenti, la riscossione forzata dei crediti, la gestione del gioco d'azzardo, la riscossione del cosiddetto "punto", ossia la tangente sul commercio della droga verso soggetti non inseriti nel “quadro”.

Non mancherebbero, poi, i collegamenti con elementi di spicco della criminalità organizzata brindisina, alcuni dei quali raggiunti a loro volta dal provvedimento cautelare. Nel corso dell'attività svolta, sono stati sequestrati 3 chili e 65 grammi di cocaina e 2 chili di hashish. Il nome dato all'operazione, "Cinemastore", trae spunto dal primo episodio di estorsione ai danni di una videoteca leccese nel quartiere Santa Rosa, che risale al 2009. Ma l'indagine ha preso definitivamente le mosse nell'ambito delle attività investigative finalizzate all'identificazione degli autori dell'omicidio di Antonio Giannone, avvenuto la sera del 6 aprile 2009.

Numerosi collaboratori di giustizia hanno parlato nel tempo dei fratelli Nisi e già dall'incrocio di tali dichiarazioni emergerebbe un quadro univoco circa la loro appartenenza - peraltro con ruoli di rilievo, soprattutto per quanto riguarda Roberto Nisi - ai gruppi organizzati di tipo mafioso. Le attività di intercettazione ed i servizi di osservazione e pedinamento, hanno consentito di documentare i rapporti tra i fratelli Nisi e Briganti, detto "Maurizio", personaggio di vertice, secondo la polizia, nel panorama criminale leccese, ed in particolare a capo di un gruppo che gestiva le attività illecite nella zona 167/B di Lecce.

Significativo, secondo gli inquirenti, anche il ruolo di Carmela Merlo, moglie di Roberto Nisi, che oltre ad essere il referente esterno, avrebbe movimentato i proventi delle attività illecite, incassando il punto spettante al marito. Connessa all'attività di spaccio delle sostanze stupefacenti vi sarebbe stata quella del recupero crediti. Mentre la gestione e il controllo delle bische clandestine su Lecce, sarebbero stati pianificati da Giuseppe Nisi, sulla base di accordi intrapresi con emissari di altri gruppi criminali tra cui Patrizio Pellegrino, di Squinzano, ed il brindisino Ercole Penna poi divenuto collaboratore di giustizia.

L'attività di spaccio sarebbe stata avolta soprattuto a Lecce, ma, durante il periodo estivo, avrebbe interessato anche una piazza di rilievo, come Gallipoli. Gianni Dolce, con il contributo di Marco Calò e Sebastiano De Angelis, avrebbe rifornito invece gli spacciatori della zona di Taurisano e di Ugento. Teodoro De Nuccio, tramite suoi emissari si sarebbe approvvigionato della droga dai fratelli Nisi per spacciarla nella zona di Alessano e comuni limitrofi.

Il blitz all'alba: gli indagati nell'operazione

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Rete di spacciatori e bische clandestine, resa dei conti per 62

LeccePrima è in caricamento