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Cronaca Parabita

"Operazione Bamba", l'accusa chiede pene per oltre mezzo secolo di carcere

L'inchiesta condotta dai carabinieri della compagnia di Casarano, con un maxi-blitz scattato a inizio maggio 2011, sgominò un presunto sodalizio criminale dedito allo spaccio di stupefacenti, retto dal clan Donadei di Parabita. Fu intercettato anche un carico di armi

LECCE – Condanne per oltre mezzo secolo di carcere sono state invocate dalla pubblica accusa al termine della requisitoria del processo scaturito dalla cosiddetta operazione “Bamba”, l'inchiesta condotta dai carabinieri della compagnia di Casarano che, con un maxi-blitz scattato a inizio maggio 2011, sgominò un presunto sodalizio criminale dedito allo spaccio di stupefacenti.

Si tratta, in realtà, di un'indagine divisa in due tronconi, perché ad alcuni fra gli arrestati è stato contestato anche il traffico internazionale di armi, che sarebbero servite, secondo gli investigatori dell'Arma, per pianificare l'omicidio di quello che è stato definito un rivale del clan Donadei di Parabita (al vertice del gruppo), Biagio Toma, 43enne. Molti degli imputati sono stati già giudicati con il rito abbreviato (tre hanno patteggiato), le sentenze, per oltre un secolo di carcere, furono emesse dal gup del Tribunale di Lecce Nicola Lariccia.

La condanna più pesante, a 13 anni di reclusione, è stata chiesta per Luigi Stefanelli, 31enne di Collepasso; 12 anni per Giuseppe Imperiale, 29enne di Tuglie, e Luca Toma, 21enne di Parabita; 9 anni per Erminia Jlary Pavin, 32enne di Parabita (moglie di Massimo Donadei); 8 anni per Giorgio De Matteis, 20enne di Taviano; 7 per Enio Misceo, 40enne di Parabita.

Nel corso delle indagini, oltre al sequestro di consistenti quantitativi di hashish, cocaina ed eroina, fu intercettato, il 15 dicembre 2009, presso il valico doganale con la Svizzera, nel comasco, un carico di armi destinato al Salento, proprio per compiere, secondo gli inquirenti, l’attentato a Toma. I militari sequestrarono una pistola, due fucili a pompa e un centinaio di munizioni da guerra e da caccia. Le accuse, a vario titolo, erano di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e al traffico internazionale di armi e munizioni.

Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Luca Laterza, Pompeo Demitri, Walter Zappatore e Angelo Valente.

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