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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Rifiuta avance gay, e sono botte tra leccese e barese

Un 20enne del capoluogo pugliese accusa salentino di averlo minacciato e subissato di avance sessuali. Quest'ultimo si difende: "Non ha onorato un prestito". Rissa a Porta Napoli sedata dalla polizia

LECCE - Se la vicenda avrà strascichi giudiziari, probabilmente verrà inquadrata come caso di stalking. Sempre che sia ritenuta più veritiera una versione, rispetto ad un'altra. Quel che è certo che una sorta di riedizione del derby, in versione molto particolare, è esplosa nella serata di ieri a Porta Napoli, con botte tra un leccese 33enne ed un ragazzo della provincia di Bari di 20 anni. Il primo accusa il secondo di non aver onorato un prestito e di aver iniziato la rissa, il secondo, a sua volta, accusa il primo di averlo minacciato, aggredito, tartassato di sms intimidatori, pur di ottenere prestazioni sessuali. Una vicenda controversa, ed una scazzottata sedata dalla polizia. La volante è piombata sul posto ieri sera, intorno alle 20,30. In pieno centro, a ridosso di una delle porte storiche d'ingresso alla città vecchia, la segnalazione al 113 da parte di alcuni cittadini di una colluttazione in pieno svolgimento.

Quando gli agenti sono arrivati a Porta Napoli, hanno subito diviso i due. Il ragazzo della provincia di Bari aveva il volto sporco di sangue. Ai poliziotti ha riferito che il 33enne leccese l'aveva atteso in strada per aggredirlo per l'ennesima volta, dopo che si sarebbe rifiutato di accettare le sue avance. Non solo. Ha aggiunto che da qualche tempo, dopo il rifiuto di cedere a richieste insistenti, il leccese l'avrebbe in un primo momento subissato di messaggi sul telefonino, anche di natura minacciosa, per poi passare alle vie di fatto, presentandosi sotto casa e provocandolo verbalmente.

Il 20enne, secondo quanto riferito, avrebbe sempre tentato di tenere a debita distanza il leccese, ma proprio il rifiuto di cedere a prestazioni di natura omosessuale, avrebbe generato l'effetto contrario, aumentando la pressione del presunto gay, tanto da non farlo più vivere tranquillo. Il ragazzo ha anche dichiarato che, a causa dell'insistenza e delle continue imboscate, avrebbe assunto decisioni piuttosto rilevanti, per la propria vita, ovvero di abbandonare il suo percorso di studi universitari e di ritirarsi nel luogo di residenza. E nella serata sarebbe stato anche subissato da ulteriori sms minacciosi ed ambigui, alcuni dei quali sono stati fatti leggere ai poliziotti.

Al giovane è stato fatto presente che su questa vicenda potrebbe anche avanzare una querela. Visibilmente intimorito, è stato accompagnato presso il proprio domicilio, anche perché non ha richiesto l'intervento dell'ambulanza per le cure del caso, riferendo che si sarebbe recato in un secondo momento presso l'ospedale per farsi medicare ed in questura per la verbalizzazione di una denuncia. Il contendente leccese, dal canto suo, apparentemente alticcio (gli agenti avrebbero ben avvertito l'alito vinoso), ha reso una versione dei fatti completamente diversa.

A suo dire, dunque, avrebbe subito per primo l'aggressione fisica, e quindi si sarebbe difeso, e le scintille sarebbero state innescate da una discussione nata per un prestito non onorato. Di tale supposto prestito, però, non avrebbe saputo fornire dettagli, né suoi motivi per cui sarebbe stato elargito, tantomeno sull'importo. Insomma, atteggiamento e discorsi del giovane leccese sono apparsi ai poliziotti a tratti privi di logica. Anch'egli è stato ovviamente reso edotto delle facoltà di legge. E chissà se la storia avrà un seguito, o se finirà nel dimenticatoio.

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