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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Muro Leccese

Rifiuti interrati: lo scempio ambientale a poche centinaia di metri dal Menhir

I militari del Noe hanno eseguito il sequestro di un'area di 40mila metri quadrati, in attesa di altri accertamenti. Al vaglio la posizione di cinque persone. Rifiuti di ogni genere bruciati e nascosti sotto terra fra uliveti e vestigia del passato

MURO LECCESE – Scavando nei centri storici spesso ci si imbatte nelle vestigia del passato, resti di antiche civiltà stratificati nell’incessante ridisegno delle città. Lo stesso si potrebbe dire per quella campagna nei dintorni di Muro Leccese, fra gli uliveti e a poche centinaia di metri dall’imponente Menhir di “Miggiano”, con la “piccola” differenza che, invece di tesori dei tempi che furono, sotto ci sono gli scarti del presente.

Sono stati i carabinieri del Noe di Lecce, comandati dal maggiore Nicola Candido, a ricevere una segnalazione, girata alla Procura, e poi a procedere agli accertamenti, dopo aver informato il pm Elsa Valeria Mignone. Gli stessi militari hanno proceduto di propria iniziativa al sequestro preventivo d’urgenza di un terreno agricolo. L’area si estende per circa 40mila metri quadrati. E su di questa si stava consumando un vero e proprio scempio ambientale.

Stando ai rilievi del Noe, all’interno sarebbero stati effettuati, in maniera chiaramente illegittima, due sbancamenti di terreno. Il primo, già ripianato con rifiuti vari, quali inerti da demolizioni edili, materiale plastico, lamiere metalliche, cumuli di roccia calcarea frammista a massi di calcestruzzo, resti di potatura e tronchi semi carbonizzati di palme. Il secondo, invece, ancora in gran parte da  ripristinare, data la presenza di soli alcuni metri cubi di rifiuti costituiti da materiale tufaceo proveniente da altri siti.

Sempre su quel fondo agricolo, i militari hanno trovato, stoccati in maniera abusiva, altri quattro cumuli di rifiuti costituiti soprattutto da materiale tufaceo, residui di manufatti in calcestruzzo e proveniente anche da scarificazione di manto stradale. Non si esclude che nel sito possano essere stato introdotti nel tempo altri tipi di rifiuti, al momento però non visibili. La deduzione, sulla quale s’inseriranno i prossimi accertamenti del Noe, deriva dalla morfologia di un particolare punto del terreno, che lascerebbe credere che possano essere stati effettuati altri sbancamenti, già ripianati con rifiuti di cui, al momento, non si conosce nulla.

foto (69)-2-3Al momento del sequestro erano evidenti residui di combustione, piuttosto recenti. Nel terreno sono stati bruciati tronchi di palme e materiale plastico. L'intervento dei carabinieri del Noe ha interrotto probabilmente l’intrusione di altri rifiuti in una grossa fossa ancora praticamente vuota, presente nel fondo.  E messo fine ad una vera e propria devastazione, che si stava consumando lontano da occhi indiscreti.

I reati al momento contestati dai carabinieri del Noe sono di attività di gestione illecita di rifiuti speciali, sbancamento di terreno in area sottoposta a vincolo paesaggistico in assenza di autorizzazione e deturpamento di bellezze naturali. 

Le indagini dovranno chiarire la  posizione di cinque persone, tutte della zona. Tre sono i proprietari del terreno agricolo e due sono i soggetti che ne avrebbero, di fatto, la disponibilità materiale. Qualcuno potrebbe essere stato ignaro, ma altri potrebbero aver chiuso un occhio di fronte a quanto si stava consumando.   

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