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Cronaca

Rifiuti a tonnellate, Le Cesine primo bersaglio delle correnti marine

Uno studio di un consorzio interuniversitario, finanziato da Tap, ha permesso di analizzare quattro siti tra San Cataldo e Torre dell'Orso

LECCE – Oltre due tonnellate di spazzatura raccolti e classificati in quattro tratti di spiaggia tra San Cataldo e Torre dell’Orso. È questo il bilancio dello studio Marine Litter – Libera il mare del consorzio nazionale interuniversitario per le scienze del mare, sostenuto da Tap, la multinazionale che si è aggiudicata la costruzione del gasdotto tra Albania e Italia con approdo a San Foca.

Sono stati quattro i siti campione: Le Cesine Nord, Le Cesine Sud, San Basilio e Torre dell’Orso. In ogni tratto di arenile sono stati perimetrati tre transetti di cento metri nei quali, in due periodi diversi (febbraio-marzo e maggio-giugno), sono stati recuperati i rifiuti. L’arco di tempo invernale è quello dove si concentra la maggiore presenza di rifiuti, tanto da portare la stima complessiva a 40 tonnellate, mentre considerando la quantità raccolta nella finestra primaverile la stima si riduce a dieci.

Il materiale di gran lunga più presente è risultato essere la plastica, seguito dal legno lavorato, dai metalli e dal vetro. Per la sua esposizione diretta alle correnti marine settentrionali la spiaggia nord delle Cesine, peraltro zona protetta e interdetta all'accesso libero, è la spiaggia più bersagliata. Buona parte dei rifiuti, in tutti e quattro i siti 17mila le unità raccolte, è stata trasportata dal mare ma ci sono anche indizi evidenti dell’attività dell’uomo legata alla balneazione e alla ristorazione.

Una appendice dello studio, che è stato coordinato dall'allora direttore dell'unità leccese del consorzio, Ferdinando Boero, ha riguardato anche le condizioni dei fondali, dove si è appurato il danno provocato dalle cosiddette reti fantasma, quelle perse o abbandonate in mare dai pescatori che restano impigliate sul fondo continuando a intrappolare i pesci. Inoltre si è notata una cospicua presenza anche di legno naturale, proveniente soprattutto dai corsi d'acqua del Centro e Nord Italia, che potrebbe essere riutilizzata nella lotta all’erosione costiera. Non è mancata un’attività di sensibilizzazione, portata avanti dai ricercatori con iniziative in scuole primarie e con la diffusione di un depliant informativo.

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