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Cronaca Porto Cesareo

Duna alterata già da prima dell’acquisto: no al sequestro della villa dei Tesoro

Rigettato il sequestro richiesto settimane fa sull’immobile, a Torre Lapillo, di proprietà dell’ex dirigente del Lecce calcio

PORTO CESAREO – Rigettato il sequestro della la villa della famiglia di Savino Tesoro, ex dirigente del Lecce calcio, a Torre Lapillo di Porto Cesareo. I sigilli erano stati infatti richiesti a seguito di una segnalazione della guardia costiera circa un mese addietro. In giornata, però, la sezione del Riesame del Tribunale di Lecce ha rigettato la richiesta del sequestro preventivo dell’immobile, intestato alla moglie e a ai tre figli dell’imprenditore di origini baresi.

Non risulterebbe, come ha sottolineato il legale della famiglia Tesoro, l’avvocato Pinuccio Milli del Foro di Lecce, alcuna recente alterazione al paesaggio e della duna costiera. E, soprattutto, è ormai subentrata la prescrizione. Il legale della famiglia Tesoro ha infatti procurato, oltre alle tavole del Pug e a diversi altri atti, anche una serie di documentazioni fotografiche, dall'alto, che mettono in evidenza la spaccatura della duna già esistente. Addirittura, quella alterazione risulta esistere in uno scatto del 2006, anno nel quale la famiglia Tesoro non era ancora titolare della villa, poi acquistata nel 2009. E non è tutto. È anche emerso come, nel 2005, l’immobile fosse stato condonato dal vecchio proprietario: quest’ultimo si è visto accettare una richiesta di condono presentata nel 1985. L’alterazione, dunque, sarebbe stata fatta semmai da altri, non dai Tesoro.

I fatti

Secondo l’accusa, i muri perimetrali dell’edificio e lo scivolo che conduce al mare sarebbero stato abusivi per via dell'occupazione di suolo pubblico. Il pm Alessandro Prontera, informato dalla guardia costiera, aveva chiesto pertanto il sequestro preventivo dei manufatti ritenuti abusivi al gip del Tribunale di Lecce, Edoardo D’Ambrosio. Il gip ha rigettato la richiesta, dicendo che la stessa polizia giudiziaria aveva prodotto otto foto dalle quali si evinceva che la spaccatura della duna esisteva fin dal 2011. E che, trattandosi  del 2019, era ormai in prescrizione. Il tutto anche tenendo in considerazione una sentenza della Cassazione, risalente  al 2002, che fa decorrere la prescrizione dall’ultimazione dei lavori: le foto dimostrano che i lavori sono stati ultimati nel 2015.

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