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Cronaca

Rissa in carcere, un ferito. Lecce, ennesimo episodio

Scontri fra detenuti leccesi e napoletani. Sabato mattina l'ennesimo intervento delle guardie penitenziarie per dividere due opposte fazioni. Un detenuto partenopeo è stato trasporato in ospedale

Appare senza via d'uscita l'emergenza nel penitenziario di Borgo San Nicola. I disagi in cui riversa ormai da tempo il carcere di Lecce hanno innescato negli ultimi tempi un innalzamento della tensione tra i detenuti sfociata molto spesso in risse sedate a fatica dagli agenti di polizia penitenziaria. Sabato mattina, durante l'ora d'aria, l'ennesimo intervento per dividere due opposte fazioni. Gruppi rivali di napoletani e leccesi si sarebbero fronteggiati. Una rissa, nata a quanto pare, per determinare le gerarchie all'interno delle celle.

Durante la gazzarra, un detenuto partenopeo è stato colpito in pieno volto con un'arma rudimentale subendo una ferita allo zigomo sinistro. Dopo le prime medicazioni prestate in infermeria, si è reso necessario il trasporto del detenuto all'ospedale "Vito Fazzi". La ferita guarirà in una decina di giorni. Dieci aggressioni in tre mesi, oltre venti agenti rimasti feriti, risse continue tra i carcerati. All'interno del carcere di Borgo San Nicola, la tensione rimane alta.

Ad arroventare un clima già estremamente surriscaldato le carenze denunciate dal personale sanitario, con un solo infermiere a dover fronteggiare una massa di 1200 detenuti. Il Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, nei giorni scorsi ha presentato un esposto in Procura per una prima richiesta di intervento della magistratura in merito alla situazione della sanità a Borgo San Nicola, giudicata a dir poco esplosiva da chi lavora a stretto contatto con i detenuti.

Il fuoco delle polemiche è stato alimentato nei giorni scorsi anche dal sindacato della Uil che in una nota ha rimarcato come i "berretti azzurri" siano costretti a convivere con ataviche lagnanze: in un rapporto di 440 detenuti, capienza massima del penitenziario, sui 1200 effettivi, segnalano la mancanza di un impianto di condizionamento, garanzie sulla loro sicurezza, l'assenza di acqua e la latitanza delle istituzioni.

"L'ennesima rissa scoppiata tra opposte fazioni di detenuti nel carcere salentino non fa che confermare i nostri allarmi e le nostre richieste di verifica sulla gestione dell'istituto". Così Eugenio Sarno, Segretario Generale della UIL, commenta quanto accaduto sabato nel carcere di Lecce. " Il Ministro della Giustizia Alfano aveva già avuto modo di comunicarci direttamente la sua intenzione a verificare quanto stesse accadendo a Lecce". "Voglio sperare", continua Sarno, "che l'intervenuto periodo feriale non abbia inciso diversamente sui suoi propositi e che intenda concretamente approfondire e verificare quanto accade nel carcere di Borgo San Nicola.

Ritengo che vi siano tutte le condizioni perché si avvii un'incisiva inchiesta amministrativa tendente a verificare l'idoneità della gestione amministrativa, la cause e le responsabilità che hanno originato troppi episodi di violenza (con il ferimento di diverse decine di unità di polizia penitenziaria), la situazione complessiva dell'istituto anche in relazione alla gestione delle risorse umane, lo stato effettivo delle relazioni (con i relativi conflitti di attribuzione) tra il Dirigente e il Comandante del Reparto". "Dovessimo", prosegue Sarno, registrare ancora silenzio e immobilismo da parte della autorità dipartimentali non ci resterebbe che la via della mobilitazione ad oltranza"

Secondo la UIL la Casa Circondariale di Lecce è uno degli istituti maggiormente sovraffollati del panorama nazionale.

"Quando in una struttura capace di contenere al massimo poco più di 500 detenuti ve ne sono stipati oltre mille è facile immaginare quali e quante tensioni si possano generare", chiosa Sarno. Il segretario generale della Uil conclude: "Basti immaginare che circa l'80 per cento dei poliziotti ha dichiarato recentemente di non aver mai visto nè conosciuto il Dirigente-Direttore dell'Istituto".

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