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Cronaca

Morì di emorragia cerebrale dopo il parto, nessuna responsabilità dei medici

Depositati i risultati dell'autopsia di Tiziana Franchini, la donna leccese di 38 anni, morta per emorragia cerebrale. La 38enne era entrata in coma dopo aver dato alla luce una bambina. Escluse eventuali negligenze dei medici

LECCE – “Il trattamento medico riservato alla paziente presso le unità operative di Ostetricia-Ginecologia e Anestesia-Rianimazione dell’ospedale Vito Fazzi, è da considerarsi adeguato e tempestivo rispetto alle condizioni di salute della paziente. L’entità dell’emorragia cerebrale era tale da non consentire alcun intervento terapeutico lenitivo né tantomeno risolutivo per modificare la prognosi infausta”. E’ questa la conclusione cui sono giunti i consulenti nominati dalla Procura della Repubblica di Lecce: il medico legale Roberto Vaglio e i professori Luigi Specchio e Pantaleo Greco, nell’ambito degli accertamenti relativi al decesso di Tiziana Franchini, la donna leccese di 38 anni, morta per emorragia cerebrale. La 38enne era entrata in coma dopo aver dato alla luce una bambina il 27 marzo 2011. Il sostituto procuratore della Repubblica di Lecce, Guglielmo Cataldi, aveva aperto un fascicolo sulla drammatica vicenda.

Nel registro degli indagati erano stati iscritti ventitré medici dell’ospedale “Vito Fazzi”: sei del reparto di Ginecologia, due di Neurologia, e quindici di Rianimazione. I risultati dell’esame autoptico hanno però escluso eventuali negligenze e responsabilità dei medici.

L’accusa ipotizzata nei confronti dei professionisti è di omicidio colposo. A dare avvio all’inchiesta era stata la denuncia del marito, secondo cui la donna sarebbe stata sottoposta a Tac solo dopo alcuni giorni, quando probabilmente era già troppo tardi. L’esame evidenziò la presenza di un’emorragia cerebrale, per cui la 38enne fu sottoposta a un delicato intervento chirurgico che tuttavia si rivelò inutile. 

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