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Cronaca Melendugno

"San Foca, no al depuratore". Raccolte quasi 500 firme

Banchetti e volantinaggio fra Melendugno e la sua marina organizzati da "Melendugno nostra", comitato "No acqua rossa" e Azione giovani. "Si rischia di mettere a repentaglio la sicurezza del mare"

"Chi ha pensato di convogliare in mare i reflui depurati dall'Acquedotto pugliese nel Consortile Puglia2 di San Foca dovrebbe vergognarsi e dimettersi dal proprio incarico". E' il secco commento di Franco Candido, presidente dell'associazione "Melendugno nostra", oltre che del comitato "No-acquarossa". Due banchetti di raccolta di firme fra Melendugno e la sua marina, e 457 adesioni raccolte in tre ore, secondo gli organizzatori della protesta, oltre all'associazione ed il comitato, anche il movimento politico giovanile Azione giovani. La petizione è stata ideata con lo scopo di bloccare i lavori per l'ampliamento del depuratore. "Chi ha immaginato i lavori ha devastato un bene privato senza alcuna comunicazione, un atto di esproprio dei terreni su cui è stato scavato il canalone, largo dodici metri e lungo alcune centinaia", prosegue Candido. "L'abuso ci è stato confermato oggi dagli stessi proprietari che sono stati fra i primi firmatari della petizione e che nei giorni scorsi avevano denunciato sulla stampa il grave torto che avevano subito".

"A Melendugno non possono avvenire certi fatti senza che nessuno intervenga. Non bastava distribuire acqua rossa impunemente per così tanti anni a tutti indiscriminatamente e in qualsiasi momento; adesso - prosegue Candido - rischiano di mettere a repentaglio anche la sicurezza del nostro mare che conoscono perfino in America. La popolazione non può restare inattiva e subire. Il depuratore "Puglia2" di San Foca è nato per servire gli abitanti di Martignano, Calimera e Melendugno e non per soddisfare le necessità di altri impianti privati. Fin quando il depuratore di San Foca ha lavorato per i soli 18650 residenti per cui nato, non c'è stato nessun allarme. I problemi di saturazione delle trincee drenanti si sono avuto in questi ultimi anni in cui si è avuto l'allaccio del depuratore privato. E' ovvio - prosegue - che l'eccesso di lavoro a cui è stato sottoposto il "consortile" di San Foca è stato la causa principale dell'esondazione di liquido depurato proveniente dalle zone di scarico".

"Può essere mai una soluzione quella di destinare all'irrigazione dei campi l'acqua prodotta dalla fitodepurazione? No, ovviamente - prosegue Candido -, non faremmo che peggiorare i problemi. Né può esserlo il convogliamento dell'acqua depurata nella falda salata sottostante, come vorrebbe qualche autorità melendugnese e come riportato dalla stampa". Anche Azione giovani, ha svolto un volantinaggio su Melendugno e San Foca, raccogliendo firme. "Abbiamo raccolto tantissime firme di cittadini che non vogliono che si realizzi l'ampliamento del depuratore con canalizzazione a mare per inter-posta palude di Cassano", dice Angelo Petrachi, presidente di Azione giovani Melendugno. "Siamo convinti che, adesso, l'Aqp e la Regione dovranno adoperarsi per dare atto alla volontà dei diretti interessati. Attendiamo gli esiti della riunione che dovrebbe avvenire quanto prima, ma nel frattempo ci siamo mossi per sensibilizzare tutti. Speriamo che, per il bene di tutti, le autorità politiche di Melendugno siano del parere che il progetto vada bloccato, con immediato ristabilimento dello status-quo ante ampliamento. Non vorremmo che, nei prossimi giorni, qualcuno si convinca del progetto e dia il beneplacito all'Aqp; in tal caso - conclude - saremo pronti ad una vera e propria mobilitazione di massa vicino al depuratore".

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