Rischio evasione nei trasferimenti dei detenuti in ospedale. Appello del Sappe
Sulla scorta del finto malore accusato da un 26enne, per tentare la fuga, il sindacato della polizia penitenziaria si è rivolto alla prefettura, per chiedere un incontro con Asl e amministratori del carcere leccese
LECCE - La segreteria regionale del Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, a seguito della sventata evasione di Raffaele Martena - 26enne di San Pietro Vernotico, considerato vicino al clan della Sacra Corona Unita, facente capo a Salvatore Buccarella e arrestato durante il blitz "Peter Pan", eseguito della questura leccese - il quale avrebbe finto un malore per essere accompagnato presso una struttura sanitaria esterna, si è rivolto alla prefettura di Lecce, affinché venga convocato un tavolo tecnico tra Asl, amministrazione dell'istituto penitenziario e la delegazione sindacale. L'obiettivo è quello di risolvere l'annoso problema dell’accompagnamento dei detenuti presso strutture sanitarie.
Attraverso un nota, i portavoce dell'organizzazione sindacale hanno denunciato l’aumento dei ricoveri e i trasferimenti degli ospiti del carcere presso i luoghi di cura esterni all'istituto, come conseguenza del passaggio della sanità penitenziaria a quella pubblica.
"Ciò in quanto la Regione prima, l’Asl poi, non hanno capito o potuto capire la grande importanza e la delicatezza di una materia che per forza di cose ha avuto e sta avendo riflessi negativi, anche sulla sicurezza di tutta la cittadinanza", hanno dichiarato dal Sappe.
Questo aumento di mobilità verso le strutture sanitarie esterne inciderebbe, secondo il sindacato, sul lavoro della struttura leccese, a causa della grave carenza in organico del personale di polizia penitenziaria, considerato che nella stragrande maggioranza dei casi, le patologie di cui sono affetti i detenuti potrebbero essere curate anche all’interno del penitenziario leccese.
L'istituto leccese dispone, peraltro, di un numero esiguo di poliziotti di scorta, oppure agenti da impiegare nei piantonamenti. E lo stesso personale si rivela insufficiente rispetto a quello previsto dalla vigente normativa in materia, nonostante la presenza presso l’ospedale "Vito Fazz"i di Lecce di un reparto detentivo che risolverebbe quasi tutti i problemi.