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Cronaca

Droga, mitra e munizioni: scarcerato dopo tre mesi veneto preso a Lecce

Sergio Vian, 50enne di Musile di Piave, era stato fermato con un albanese. Rientravano al Nord con marijuana e un Ak47

LECCE –Sergio Vian, 50enne di Musile di Piave, in provincia di Venezia, dopo quasi tre mesi, è stato scarcerato nei giorni scorsi e ha potuto fare ritorno a casa. Il gip Giovanni Gallo ha accolto l’istanza presentata dai suoi legali, gli avvocati Gianluca Ciardo e Federico Martella, ritenendo quindi attenuate le esigenze cautelari e concedendogli il beneficio dei domiciliari.

Il veneto era stato arrestato il 23 novembre scorso alla periferia di Lecce, in uscita dal capoluogo salentino dopo avervi sostato pochi giorni, con un cittadino albanese, Nikola Selimaj, 27enne, anch’egli residente al Nord. I due erano stati sorpresi dagli investigatori della squadra mobile con un carico di circa 60 chilogrammi di marijuana. I fondo a un borsone, però, anche un fucile mitragliatore Ak47 con un caricatore da trenta cartucce e altrettante sfuse, calibro 5.7.      

I due corrieri, per i quali nel frattempo è stato disposto il giudizio immediato (udienza fissata per l’8 marzo davanti alla prima sezione penale), sono stati ingaggiati per mille euro Vian e mille e 500 euro Selimaj, da un soggetto, a loro dire un altro albanese (che hanno chiamato semplicemente Sebastian, senza saper indicare meglio l’identità) con lo scopo di ritirare il carico di droga nel Salento. 

Il misterioso personaggio, che si presume essere un incaricato di una rete criminale più vasta, non avrebbe fatto mai riferimento però anche all’arma da guerra e alle munizioni. I due hanno sostenuto, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, di non sapere nulla di Ak47 e proiettili. Erano stipati in fondo al borsone, sotto gli involucri pieni di marijuana, trovato dai poliziotti nel Land Rover condotto da Vian.

Allo stesso modo, non hanno fornito dettagli precisi sul soggetto che gli ha condotto il carico da trasferire in Veneto. Vian e Selimaj potrebbero essere stati scelti come corrieri perché incensurati e, quindi, teoricamente meno sospettabili. Una tattica piuttosto consueta. 

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