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Cronaca

Semeraro: "Gogna mediatica". Da Masiello conferme sull'emissario

Il patron del Lecce: "E' da folli pensare che si possa mettere a repentaglio per una partita la credibilità di un gruppo costruito in decenni". Secretati gli atti anche del terzo interrogatorio del difensore, ora ai domiciliari

LECCE – Giovanni Semeraro non ci sta. Il patron del Lecce, dopo aver rilasciato alcune dichiarazioni pertinenti soprattutto all’aspetto umano di un’ inchiesta che ha portato i colori giallorossi sulle prima pagine di mezzo mondo, ha preso ufficialmente posizione, e lo ha fatto con la nota pubblicata sul sito della società e di seguito riportata.

A tre giorni dalle notizie che hanno creato un vero e proprio terremoto  nella società del Lecce  e nella mia famiglia - che ha sconvolto i tifosi e la città intera - e dopo un esame attento delle dichiarazioni e degli estratti dei verbali riportati dalla stampa sulla presunta combine del derby dello scorso maggio, sento il bisogno di interrompere la gogna mediatica alla quale siamo stati esposti e che ha comportato un autentico massacro della nostra immagine”. 

“L’U.S. Lecce è completamente estranea a tutto quello che è emerso dalle dichiarazioni - parte delle quali anche confuse e contraddittorie - dei protagonisti di questa vicenda, ed è sicuramente vittima di una ingiustificata presunzione di colpevolezza mediatica. Il risultato del derby – fino a prova contraria - è stato conquistato sul campo, e se circostanze estranee avessero concorso a determinarlo, non sono certamente riconducibili alla nostra società”. 

“Ritengo che il gruppo da me rappresentato goda di una credibilità personale e societaria - costruita in cinquant’anni di impegno e serietà in campo finanziario, imprenditoriale e sportivo - che sarebbe stato da folli mettere a repentaglio  per una partita di calcio. Ribadisco, ovviamente, che tutti noi siamo a completa disposizione della magistratura  ordinaria e sportiva per ogni possibile chiarimento, anche al fine di concorrere all’accertamento della verità”.

Parole, quelle del patron, che testimoniano – se ancora ce ne fosse bisogno -, l’estrema gravità del momento, tanto da far passare in secondo piano il lato sportivo (il Lecce sarà impegnato sabato contro la Roma al Via del Mare). A margine dei due interrogatori ai quali è stato sottoposto Andrea Masiello – il primo, di garanzia dopo l’arresto, con il gip Giovanni Abbatista, il secondo con gli inquirenti, il procuratore Antonio Laudati e il sostituto Ciro Angelillis – è trapelata l’indiscrezione che il difensore avrebbe riconosciuto in foto, pur non sapendone il nome, l’emissario leccese che la Procura avrebbe rintracciato controllando i tabulati telefonici di Gianni Carella. Non un tesserato della società, ma una persona di fiducia, tra i 35 e i 40 anni.

Queste alcune frammentarie  indicazioni che si vanno a sommare a quelle che avevano consentito un primo identikit: alto, robusto, capelli castani, elegante. A questo punto è lecito attendersi che questa persona, a meno che non sia una Keyser Söze (il fantomatico criminale del memorabile film “I soliti sospetti” di Brian Singer), emerga dalle nebbie ansiogene delle indiscrezioni. In tal caso, poi, bisognerebbe comprendere se possa essere in qualche modo riconducibile – come Masiello avrebbe detto e come la Procura ritiene – al sodalizio salentino, oppure ad altri ambienti che con il calcio non hanno nulla a che vedere. 

Nel frattempo, proprio questa mattina, l’avvocato Francesco Rotunno ha depositato l'istanza di scarcerazione di Masiello. La richiesta al gip Giovanni Abbattista deriva dal fatto che l’attuale calciatore tesserato con l’Atalanta, con le sue dichiarazioni agli inquirenti, avrebbe denotato una chiara volontà a collaborare tanto che è da poco iniziato il terzo interrogatorio, condotto dal pm Ciro Angelillis. 

Aggiornamento

Il terzo interrogatorio per Andrea Masiello si è concluso poco prima delle 15 nel carcere di Bari. Come già accaduto per l'audizione di ieri pomeriggio, anche gli atti di quella di oggi sono stati secretati ma le indiscrezioni fanno riferimento ad un approfondimento sull'episodio chiave della presunta consegna di denaro da parte del personaggio leccese che il difensore ha riconosciuto in foto e che secondo lui sarebbe emissario della società salentina. Il giudice per le indagini preliminari, Giovanni Abbattista, nel tardi pomeriggio ha accolto l'istanza di scarcerazione presentata dai legali e concesso a Masiello gli arresti domiciliari. La Procura aveva espresso parere favorevole.

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