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Cronaca Porto Cesareo

Sudanese si accascia sotto il sole mentre raccoglie pomodori: morto

Carabinieri della stazione di Porto Cesareo al lavoro per ricostruire i fatti che hanno portato alla tragedia lungo la Nardò-Avetrana, non lontano da Sant'Isidoro. Interrogatori in caserma, mentre la salma è stata trasportata nella camera mortuaria. La tragedia nel pomeriggio

PORTO CESAREO – Morire per una manciata di euro al giorno. Raccogliendo pomodori in campagna. Sotto il sole che picchia impietoso in torride giornate di luglio. Temperature sopra la media che mettono a dura prova la resistenza anche dei più sani e robusti. Figurarsi, allora, compiere uno sforzo fisico ripetitivo sotto 40 gradi o giù di lì, in un paesaggio arido dove non batte un filo d’ombra, alle 16 del pomeriggio, per un uomo che si avvicina alla cinquantina.  

Quando l’ambulanza del 118 è giunta sul posto con il medico a bordo, per quel cittadino del Sudan di 47 anni non c’era più nulla da fare. Morto, con ogni probabilità per un malore. Ma c’è ovviamente anche da capire se soffrisse di qualche patologia, per esempio al cuore, qualcosa per cui eseguire lavori in determinate condizioni climatiche fosse assolutamente controindicato.  

FullSizeRender-25L’uomo si trovava in un’area di campagna che sorge a ridosso della strada provinciale Nardò - Avetrana, non lontano da una delle tante masserie dell’entroterra, poco prima della marina di Sant’Isidoro.

Una zona che ricade nell’agro neretino, anche se la competenza territoriale è dei carabinieri della stazione di Porto Cesareo. Sono stati loro, infatti, a intervenire, per avviare gli accertamenti, insieme a personale dello Spesal. E sono molti gli aspetti ancora da approfondire.

Per ora si sa che l'extracomuniario si trovava insieme con diversi altri stranieri, una quindicina circa di uomini. Stagionali che ogni anno raggiungono il Salento nelle campagne di Nardò e dintorni, fra una montagna di polemiche a livello politico per la precarietà dell’accoglienza e interminabili lotte sindacali. Il gruppo stava raccogliendo i frutti che sarebbero poi finiti sulle bancarelle di mercati e magazzini, quando all’improvviso uno di loro ha avvertito un mancamento e s’è accasciato.

Il sole batteva forte, è sembrato normale ai compagni di lavoro che qualcuno fra loro potesse subirne le conseguenze. E a quanto pare, inizialmente le condizioni non devono essere sembrate nemmeno molto gravi.

IMG_0662-2I braccianti si sono prodigati per fornire i primi soccorsi, hanno traportato il 47enne all'ombra di un albero, ma da lì a poco la situazione è cambiata, e in modo radicale. Il sudanese, a un certo punto, non ha dato più segni di coscienza. 

E’ stato richiesto l’intervento dei sanitari, ma al loro arrivo ormai non c’era più niente da fare. Gli operatori del 118 hanno soltanto potuto constatarne il decesso. 

La salma è stata trasferita presso la camera mortuaria dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Il pubblico ministero di turno presso la Procura di Lecce, Paola Guglielmi, potrebbe disporre un’autopsia. Molto dipenderà anche da cosa accerteranno i militari.

In queste ore, infatti, i carabinieri cesarini, dipendenti dalla compagnia di Campi Salentina, stanno ascoltando diverse persone in caserma per ricostruire i fatti in ogni dettaglio. E' emerso così che il 47enne aveva il permesso di soggiorno in regola. Scadenza: 2019. Tuttavia, non risulterebbe provvisto di un contratto di lavoro. E qui si innescheranno ulteriori indagini incentrate sugli ultimi giorni di vita di un uomo che cercava una forma di riscatto, pur misero, raccogliendo i frutti della terra, ma che lontano da un’altra terra, quella sua d’origine, ha perso la vita nel luglio più caldo che si ricordi negli ultimi anni a Lecce.     

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