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Cronaca

Pagamento on line a sua insaputa, correntista sarà risarcita da Poste italiane

Il giudice di pace dà ragione ad una donna che aveva constatato un pagamento a favore di terzi da lei non autorizzato. In capo alla società, è scritto nel dispositivo, cade l'obbligo di vigilanza: le misure di sicurezza devono essere adeguate

LECCE – Oltre al danno la beffa. Per molti clienti di istituti bancari che si sono visti sottrarre da abili hacker informatici denaro dal proprio conto, la conseguenza  è, sovente, quella della notifica di una richiesta di risarcimento del danno con l’accusa di aver ceduto a terzi i dati personali di accesso.

Ma per i correntisti e i consumatori arrivano dalle aule della giustizia civile venti più rassicuranti: dopo una iniziale inversione di tendenza data dal Tribunale di Palermo, anche a Lecce, con una recente sentenza del giudice di pace, Franco Giustizieri, si registra un segnale importante.

L’avvocato Andrea Monterisi ha difeso le ragioni di una donna leccese, B.D.A., riuscendo ad ottenere la condanna di Poste italiane alla restituzione della somma indebitamente trafugata – 261 euro più rivalutazione monetaria e interessi, perché parte integrante del danno - ed al risarcimento delle spese di giudizio. In sostanza è stato stabilito che deve essere premura della società fornitrice del servizio di home banking mettere il cliente nella condizione di agire in sicurezza, mentre le frequenti intromissioni nei servizi telematici sarebbero di per sé prova di non adeguatezza degli strumenti di difesa informatici, anche in relazione ad alti esistenti.

Sul cliente, ha precisato il giudice, ricade l’obbligo di comunicare alla società lo smarrimento della tessera bancomat o eventuali manomissioni, ma nemmeno l’inadempimento di questo obbligo fa venir meno quello, in capo alla società, di vigilanza.

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