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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Castrignano de' Greci

Contrasse epatite nella trasfusione: ministero della Salute risarcirà figlia del paziente

La sentenza è stata emessa giorni addietro, per un episodio avvenuto nel 1993: un uomo morì anche a causa di quel sangue infetto

LECCE – La sentenza, emessa lo scorso 16 marzo, ha dato ragione all’erede: la figlia di un uomo salentino, che avrebbe contratto l’epatite durante una trasfusione, dovrà essere risarcita per un importo di circa 100mila euro. La figlia di L.A.C., deceduto il 23 ottobre del 1993, ha vinto il ricorso e ora il ministero della Salute dovrà risarcirla. In un primo momento, nel febbraio del 2014, la richiesta della donna – avanzata nel 2003 - era stata rigettata dal Tribunale di Lecce. Ma la figlia dell’uomo, un paio di mesi dopo, ha depositato il proprio ricorso, chiedendo l’indennizzo previsto dalla Legge numero 210 del 1992, per i danni irreversibili provocati a suo padre.

Assistita dall’avvocato Francesco Foresio del Foro di Lecce, la donna ha chiesto che fosse riconosciuta la stretta connessione tra quella trasfusione e l’infermità che ne è seguita a causa della malattia contratta. La causa è stata istruita anche attraverso una consulenza tecnica medico-legale.
 Proprio la documentazione a disposizione della difesa ha dimostrato come l’uomo sia deceduto nel mese di ottobre del 1993 a causa di insufficienza cardiocircolatoria acuta, con causa iniziale di ipertensione arteriosa e causa intermedia di insufficienza renale cronica. Dall’anamnesi di un ricovero in agosto 1991 presso l’ospedale di Casarano, è emerso che, da ottobre 1987 ad agosto 1990, si sono susseguiti otto ricoveri per uremia cronica in trattamento emodialitico per gastroduodenite emorragica erosiva, appendicite acuta, e il paziente  era in trattamento emodialitico dal 1984, con accertamento di epatite iavvenuto il 13 settembre 1991.

Dalla cartella clinica di quel ricovero del 1991, come evidenziato da un’ecografia epatica, il fegato era aumentato di volume per l’epatite cronica. La trasfusione fu determinate per il contagio virale. Anche il quadro ecografico nel 1991 ha evidenziato un fegato ingrandito di volume e con struttura alterata. L’epatopatia correlata ha avuto molto probabilmente un ruolo concausale nel decesso del degente, indebolendo ulteriormente la funzione renale.

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