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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Ateneo, sindacati in linea con Miccolis: “Avviso pubblico illegittimo”

Flc Cigil, Rua Uil, Snals e Cisl Università hanno chiesto al rettore, Domenico Laforgia, di ritirare in autotutela il bando per la selezione del nuovo direttore generale. Attribuirebbe al magnifico un potere troppo discrezionale

LECCE – Altra tegola sul bando per il reclutamento del direttore generale dell’Università del Salento. Dopo il ricorso al Tar presentato da Emilio Miccolis qualche giorno dopo la scadenza del termine entro il quale aveva chiesto di essere reintegrato nelle sue funzioni, al rettore Domenico Laforgia è stato richiesto - da parte di Flc-Cgil, Cisl-Università, Rua-Uil Snals - l’annullamento in autotutela dell’avviso pubblico in scadenza il 18 dicembre perché “palesemente inficiato da vizi formali e illegittimi abusi”. Un esposto sarebbe pronto in caso di “inerzia” del magnifico.

L’offensiva contro Laforgia procede dunque spedita, generando imprevedibili convergenze: tanto i sindacati quanto l’ex direttore generale chiedono infatti l’annullamento del bando. E pensare che le fondamenta dell’Università del Salento hanno cominciato a tremare proprio quando sono stati diffusi stralci di registrazioni di conversazioni riservate tra Miccolis da una parte e Manfredi De Pascalis, della Cgil, e Tiziano Margiotta, Uil, dall’altra, avvenute in occasioni separate.

In premessa, le sigle firmatarie si dicono perplesse sulla situazione attuale di Miccolis: è stato licenziato, sospeso o revocato dall’incarico? E le sue dimissioni sono valide, dal momento che sono state successivamente ritirate? Nel merito si ritiene che il bando sia illegittimo innanzitutto perché riserverebbe eccessiva discrezionalità al rettore rispetto alla valutazione dei requisiti richiesti ai candidati, ma anche perché opererebbe “una ingiustificata limitazione alla partecipazione escludendo, per esempio, dirigenti del settore privato” con la previsione dell’articolo tre che riserverebbe l’accesso “ai dirigenti delle università o delle amministrazioni pubbliche e per di più richiedendo, in aggiunta agli almeno cinque anni di esperienza, il requisito del superamento di un concorso da dirigente di un ente pubblico”.

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Il timore dei sindacati è che - lo mettono nero su bianco - Laforgia possa scegliere in “totale solitudine” il candidato da proporre al consiglio di amministrazione ed al senato accademico per la “mera ratifica senza fornire i nominativi degli altri candidati e soprattutto senza specificare i motivi della scelta”. Svilendo così il ruolo degli organi di ateneo ed in particolare del cda. La questione sollevata riguarda sostanzialmente chi debba fare cosa e pone un problema di interpretazione dello statuto dell’Università del Salento, in particolare del terzo comma dell’articolo 73 dello statuto che, ritengono le sigle sindacali, conferisce al cda “la scelta della persona cui conferire l’incarico così come l’individuazione della durata del mandato. E rispetto a quest’ultimo elemento temporale viene avanzata la sollecitazione “ignorata dal cda e mai sottoposta al senato accademico, di ridurre la durata del mandato del direttore generale a quello del rettore in carica, così come previsto dallo statuto d’ateneo”.

La Cisl, infine, ha chiesto alla commissione prevista dall’articolo 58 dello statuto l’interpretazione autentica degli articoli 50, 56, 59 e 73 dello statuto stesso con particolare riferimento alle prerogative del senato accademico. Nello specifico si chiede di sapere “se il senato accademico debba esprimere un proprio parere preventivo, sentita la proposta del rettore, sulla durata dell'incarico da conferire al direttore generale oltreché sulla scelta del nominativo proposto, prima che il consiglio di amministrazione si pronunci nel merito”.

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