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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Le mille facce della violenza dei maschi. Cgil, Cisl e Uil unite nella battaglia

I sindacati aderiscono alla giornata internazionale contro le discriminazioni di genere, anche sul luogo di lavoro. "Servono tempi certi per la giustizia, luoghi per accoglienza e diffusione di una cultura improntata al rispetto"

LECCE – In Italia una donna su tre è stata vittima di una qualche forma di violenza: fisica, psicologica sessuale o sul posto di lavoro. Otto casi su dieci avvengono nell’ambiente “rassicurante” e impenetrabile delle mura domestiche e i dati su un fenomeno taciuto, negato e ammantato di normalità dalla prevalente cultura maschilista, sono in crescita esponenziale. Così come è aumentato il numero delle vittime uccise per mano di compagni violenti: casi che fanno cronaca, scalfiscono per un istante la coscienza collettiva, per poi ricadere nell’oblio. Migliaia di donne, invece, non fanno notizia. E quando trovano il coraggio di denunciare, finiscono per ritrovarsi sole nel lungo percorso giudiziario che, troppo spesso, si conclude con un nulla di fatto.

La conferenza stampa indetta oggi da Cgil, Cisl e Uil che aderiscono alla convenzione anti-violenza “No more”, si apre con la coraggiosa testimonianza di una donna vittima di reati sessuali. Costretta a ricostruire nei dettagli quei terribili momenti, a riviverli in ogni interrogatorio, perché poi il tutto cadesse in prescrizione. “Servono tempi certi per la giustizia”, tuonano le sindacaliste, ricordando che in Italia possono passare giorni dalla prima denuncia all’ordine di allontanamento disposto dal giudice. In America appena qualche ora, in modo da ridurre il rischio d’incolumità per la stessa vittima.violenza 2 (1)-2

Senza dimenticare l’assenza di luoghi deputati all’accoglienza delle donne e relativa prole, o l’esiguo finanziamento devoluto a case-famiglia e centri anti-violenza. Il quadro normativo di riferimento, poi, risulta monco nell’adozione delle convenzioni europee relative alla discriminazione di genere. “L'Italia, pur avendo sottoscritto la Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (Cedaw), approvata dalle Nazioni unite nel 1979, non ne ha rispettato gli obblighi; – spiegano Antonella Cazzato di Cgil, Cinzia D’Aquino di Cisl e Lucia Orlando di Uil - il Parlamento, in particolare, nega il riconoscimento della discriminazione di genere, bocciando ogni disegno di legge mirante ad eliminare la discriminazione basata sull'orientamento sessuale”.

Il problema è caleidoscopico: ogni faccia riflette un aspetto della nostra società. Se di subalternità della donna si può ancora parlare, non si possono tralasciare le complicità del sistema culturale, amplificato dai mass media, che rinforzano l’immagine del corpo femminile mercificato. Ridotto ad oggetto. La legittimazione sociale di questa disparità inizia con l’adozione di un linguaggio stereotipato che distrugge ogni tipo di relazione umana improntata al rispetto.“Bisogna ricominciare dalla formazione nelle scuole e servono organismi in grado di monitorare il fenomeno. Prassi e politiche volte a portare il nostro Paese ad un livello di civiltà superiore”, aggiungono loro.

Ma siccome oggi siamo in sede sindacale, non si può che ragionare in termini di lavoro. Una delle cause principali dello squilibrio risiede nella disparità di trattamento economico. Il reddito femminile, ben lontano dalla media dei colleghi maschi, non è sempre considerato un diritto individuale ma un’appendice del capo-famiglia.  “E’ fondamentale garantire l’occupazione della risorsa-donna anche per sottrarla da una condizione di dipendenza economica. – spiegano le referenti sindacali – E questo a partire da una più equa ripartizione del lavoro di cura all’interno del nucleo famigliare, in modo da alleggerire le donne dall’enorme carico quotidiano”.

I tre sindacati confederali mettono a disposizione le proprie strutture, con equipe di avvocati e psicologi pronti a sostenere tutte le potenziali vittime. A gennaio sarà attivo uno sportello di Cisl dedicato alle donne, finalizzato a costruire un bagaglio di competenze spendibile nel mercato del lavoro. Prima di Natale, Cgil conta di inaugurare uno sportello nel cuore di un quartiere “particolare” per Lecce, come quello di Santa Rosa.

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