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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Nardò

"Soffiate" sulle denunce? Poliziotto sotto processo

Un ispettore di polizia ed una guardia giurata di Nardò sono stati rinviati a giudizio. L'agente avrebbe consegnato due denunce al metronotte affichè questi potesse proporre un contratto di vigilanza

Finiscono sotto processo Giovanni Barone, un ispettore di polizia in servizio presso il Commissariato di Nardò di e Gregorio Martina, 46enne, guardia giurata di un istituto di vigilanza. L'accusa dalla quale dovranno difendersi i due coimputati, residenti a Nardò, è di rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio. Al solo funzionario di polizia è stata sollevata l'imputazione di peculato. I fatti, contestati dalla Procura, risalgono tra la primavera e l'estate 2006 e si sarebbero verificati nel comune neretino.

L'ispettore di polizia, abusando delle sue funzioni, si sarebbe avvalso illegittimamente della conoscenza delle denunce di furto che erano state presentate presso il commissariato di Nardò dal titolare di un esercizio commerciale e dal responsabile di un'officina meccanica per comunicarle al metronotte e consentirgli in tal modo di contattare le parti offese e proporre loro la conclusione di un contratto di vigilanza con l'istituto di guardiania notturna. Il solo funzionario risponde anche di peculato. Nel corso di una perquisizione effettuata su una persona fermata, avrebbe tenuto per sé un coltello con senza redigere il relativo verbale di sequestro.

Il rinvio a giudizio è stato disposto dal gup Annalisa De Benedictis, su sollecito del pubblico ministero Antonio De Donno. Il processo si aprirà il prossimo otto aprile presso la prima sezione collegiale del Tribunale di Lecce. i due neo-imputati sono difesi dagli avvocati Lorenzo Rizzello e Giuseppe Bonsegna. Il Ministero dell'Interno presso l'Avvocatura dello Stato di Lecce si è costituita parte offesa.

Traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, contrabbando, gioco d'azzardo, usura, acquisto di armi e materiale esplodente: tutti reati confluiti nell'articolo 416 bis, comunemente conosciuto come associazione di tipo mafioso e per il quale sono finiti sotto processo Angelo Campanile, 34enne, Oronzo Falbo, di 46, entrambi di Lecce e Gianfranco Levante, di 31 anni, residente a San Pietro Vernotico.

Il terzetto si sarebbe avvalso della forza di intimidazione e del clima di omertà instaurato per acquisire la gestione e il controllo di attività economiche, concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici influenzando l'esercizio del voto in occasione delle elezioni politiche del 2001 e amministrative del 2002. Il dibattimento si aprirà il prossimo 3 aprile davanti ai giudici della seconda sezione penale. Gli avvocati sono Paola Scarcia, Giancarlo Dei Lazzaretti, Luigi Rella e Antonio Savoia.

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