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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Vini “manipolati”, gli imprenditori si difendono: “Abbiamo agito nel rispetto della legge”

Via agli interrogatori di garanzia nei riguardi delle persone coinvolte nell’inchiesta “Ghost Wine”. In cinque si avvalgono della facoltà di non rispondere. Altre cinque si difendono davanti al giudice

LECCE - Sono iniziati oggi e si concluderanno lunedì gli interrogatori di garanzia nei riguardi di 10 degli 11 arrestati con l’operazione “Ghost Wine”, perché accusati, a vario titolo, di aver “manipolato” il vino, spacciandolo in alcuni casi come biologico o di alta qualità. Tra questi il funzionario dell'Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti) Antonio Domenico Barletta, 56enne originario della provincia di Catanzaro e residente a Lecce, (difeso dagli avvocati Stefano Chiriatti e Marco Castelluzzo), ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al giudice Michele Toriello. La stessa scelta è stata fatta anche da: Ilario De Pirro, 51enne di Nardò, imprenditore e autotrasportatore; Luca Calò, 50enne di Copertino e residente a Lecce; gli impiegati Pietro Calò, 26enne di Copertino, e Simone Caragnulo, 23enne di San Donaci. Tutti difesi dall’avvocato Francesco Vergine, il quarto anche dal collega Massimo Manfreda .

Hanno invece parlato per respingere gli addebiti, gli imprenditori Vincenzo Laera, 38enne di Mesagne, Giuseppe Caragnulo, 58enne di San Donaci, (entrambi ascoltati per rogatoria nel carcere di Brindisi dal gip Tea Verderosa), Antonello Calò, 63enne di Copertino e Rocco Antonio Chetta, 65enne di Taviano (ma residente a Lequile). Stando alla loro versione, le pratiche enologiche erano tutte regolari perché previste dalla legge e le analisi effettuate avrebbero dimostrato la genuinità dei prodotti. Il difensore, l’avvocato Vergine, ha indicato l’esistenza di documenti che confermerebbero queste affermazioni.

Ha risposto alle domande del giudice Toriello anche Cristina Calò, 55enne di Copertino. Quest’ultima (assistita dall’avvocato Donata Perrone), ha cercato di dimostrare la sua correttezza nel tenere la contabilità aziendale. Sarà invece ascoltato lunedì per rogatoria (alla presenza dei difensori Francesco Giannuzzi e Rosario Marino), l’imprenditore Luigi Ricco, 55enne di San Ferdinando di Puglia (provincia di Barletta-Andria-Trani).



 

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