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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Soldi per corsi mai avviati, don Cesare: nuova condanna

Assolto invece Donato Palladino, ex ufficiale della guardia di finanza. Per il prelato, un anno e quattro mesi per truffa ai danni dello Stato. I soldi, 230mila euro, per un progetto per le donne

LECCE - Lui, don Cesare Lodeserto, è in Moldavia ormai da tre anni. Gestisce la fondazione "Regina Pacis" di Chisinau. Ma intanto, gli è piovuta addosso una nuova condanna. In Italia. Truffa ai danni dello Stato. Assolto, per le stesse accuse, Donato Palladino, ex ufficiale della guardia di finanza, per non aver commesso il fatto. La sentenza è stata emessa questa sera dal giudice monocratico Silvio Maria Piccinno.

La richiesta dell'accusa (pm inquirente, Imerio Tramis) era inizialmente stata quasi del doppio, due anni e quattro mesi per ciascuno dei due imputati. Un anno e quattro mesi, invece, la condanna, per il solo don Cesare. Per due dei casi trattati è intervenuta la prescrizione. Non è stata inoltre riconosciuta l'aggravante del danno partrimoniale di rilevante gravità.

La vicenda riguarda contributi elargiti a favore del centro Regina Pacis di San Foca in cinque anni, per un totale di circa 500mila euro. Finanziamenti messi a disposizione dal Dipartimento per le Pari opportunità a favore del progetto "Ali nuove". Sarebbe servito per aiutare donne scampate allo sfruttamento della prostituzione. Nei confronti di don Cesare, è stata riconosciuta una truffa - su quel totale - di circa 230mila. Palladino era a sua volta finito nelle spire dell'inchiesta in quanto presidente di una cooperativa, la "Nuova Europa" con sede a Melendugno, e in qualità di co-gestore della contabilità e degli aspetti amministrativi del progetto. Secondo le accuse della Procura di Lecce, sarebbero state finanziate attività mai veramente sostenute. Fra le varie cose, insegnamento di taglio e cucito, interpretariato, mediazione culturale, segreteria.

Gli imputati erano difesi dagli avvocati Francesca Conte, Pasquale e Giuseppe Corleto. Per il prelato, dunque, un nuovo guaio giudiziaro che segue la conferma in appello della condanna del 16 febbraio scorso per lesioni aggravate nei confronti di alcuni immigrati del centro di accoglienza di San Foca, fatti avvenuti nel 2002.

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