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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Taviano

Sottraeva denaro dalla farmacia in cui era impiegato, condannato a due anni

Per poter beneficiare della sospensione della pena, il 43enne dovrà risarcire il titolare ella farmacia con 250mila euro

LECCE – Era accusato di furto aggravato e continuato per avere sottratto dalla farmacia in cui era impiegato come commesso, la “Miggiano” in via Barberini a Taviano, somme di denaro per circa 220mila euro. 

Silvano Noira, 43enne di Taviano, è stato condannato a due anni di reclusione dal giudice del tribunale di Lecce (Silvia Saracino) con pena sospesa, subordinata però al risarcimento della parte civile. Enrico Oronzo Miggiano, titolare della farmacia, si è costituito parte civile con l’avvocato Michele Bonsegna, nei cui confronti il giudice ha disposto un risarcimento di 250mila euro, accogliendo in pieno la richiesta del legale della parte offesa. Il pubblico ministero d’udienza aveva invocato una condanna a otto mesi. 

La vicenda giudiziaria era iniziata nel novembre del 2013, quando Noira fu arrestato dai carabinieri. Una videocamera nascosta nella zona retrostante della farmacia aveva confermato i sospetti nei confronti dell’imputato, il quale approfittava della momentanea assenza del titolare della farmacia, e degli altri impiegati in servizio, per aprire sempre lo stesso cassetto dove il dottore riponeva momentaneamente le somme prelevate dalla cassa. I militari dell’Arma avevano raggiunto la rivendita di medicinali per eseguire una perquisizione nei confronti dell’uomo, recuperando mille e 245 euro, sottratti nel corso della mattinata a più riprese, sia in banconote che in monete, in parte occultate nel magazzino sottostante la farmacia, altre nel borsello. Nel corso di una successiva perquisizione, i carabinieri avevano sequestrato altri 9mila e 800 euro, custoditi nella cassetta di sicurezza della sua abitazione, a Taviano.

Da lì si è poi sviluppata la capillare azione investigativa della guardia di finanza, che ha ricostruito l'enorme flusso di denaro che Noira ha prima sottratto alla farmacia nel corso di un anno e poi versato sui suoi conti correnti. Questi versamenti, incrociati con la relazione tecnica depositata dal consulente nominato dall’avvocato Bonsegna, che ha evidenziato l'ammanco in contabilità della somma di 220mila euro e la parziale confessione del 43enne (almeno su due degli episodi), hanno portato il giudice a condannare l'imputato per tutto il capo d’imputazione e non solo per due fatti (furto di circa 10mila euro) così come richiesto dalla difesa.

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