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Cronaca

Sparò al fidanzato della figlia: sarà giudicato in abbreviato

Si aprirà il 17 gennaio il processo col rito alternativo (condizionato) nei riguardi di Marco Cordella, il 43enne di Copertino accusato di tentato omicidio

LECCE  - Sparò due colpi d’arma da fuoco contro il fidanzato della figlia, ferendolo alla scapola e a una coscia. Dopo il suo arresto al giudice raccontò che la sua intenzione non era di ucciderlo, voleva solo mettergli paura. Ma l’accusa non è cambiata. Tentato omicidio è il reato dal quale dovrà difendersi Marco Cordella, 43 anni di Copertino,  nel processo che si aprirà il 17 gennaio col rito abbreviato. Lo ha stabilito il giudice Vincenzo Brancato che, questa mattina, ha accolto la richiesta avanzata dal difensore, l’avvocato Laura Alemanno, di procedere col giudizio “alternativo” condizionato da documentazione sanitaria. In aula ci sarà anche la vittima, un dj 28enne di Copertino, che oggi si è costituita parte civile con l’avvocato Paolo Spalluto.

L’episodio risale al 26 aprile: Cordella aprì il fuoco poco prima delle 8 del mattino in via Vittorio Emanuele III, dove il malcapitato aveva appena accompagnato la fidanzata al lavoro. L’uomo si rese irreperibile per cinque giorni, poi si consegnò ai carabinieri della tenenza di Copertino, accompagnato dal suo legale. Ed è tuttora in carcere (finora non è stata mai avanzata istanza di attenuazione della misura).

Durante l’interrogatorio col gip (giudice per le indagini preliminari) Simona Panzera, che convalidò il fermo per tentato omicidio, ricettazione, porto abusivo d’arma da fuoco e contraffazione di armi, Cordella riferì che, all’origine del gesto costato al giovane dj ferite lievi alla scapola sinistra e alla coscia destra (giudicate guaribili in dieci giorni) ci fossero contrasti maturati in ambito familiare. Nel corso delle indagini, i militari sequestrarono l’auto utilizzata dal 43enne per la fuga, una Fiat Panda, dove all’interno c’erano l’arma, una pistola clandestina a tamburo, e tre proiettili calibro 22. 

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