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Cronaca Martano

Sparò al vicino durante il barbecue. A processo per tentato omicidio un 63enne

Tentato omicidio con l'aggravante dei futili motivi. Sono queste le accuse da cui dovrà difendersi, il prossimo 5 dicembre, Roberto Lorubio, 63enne di Martano. L'imputato è stato rinviato a giudizio dal gup Vincenzo Brancato

 

LECCE – Tentato omicidio con l’aggravante dei futili motivi. Sono queste le accuse da cui dovrà difendersi, il prossimo 5 dicembre, Roberto Lorubio, 63enne di Martano. L’imputato è stato rinviato a giudizio dal gup Vincenzo Brancato.

Le disavventure giudiziarie di Lorubio, assistito dall’avvocato Arcangelo Corvaglia, sono iniziate il pomeriggio del 15 agosto 2011, quando fu arrestato dai carabinieri della stazione di Martano in flagranza di reato. In quel caldo pomeriggio festivo, durante un diverbio con un vicino di casa, scaturito da futili motivi relativi accensione del barbecue che il vicino avrebbe tentato di spegnere gettandovi dell'acqua dal proprio balcone, Lorubio, dopo aver preso dalla sua abitazione un fucile da caccia calibro 12, legalmente detenuto, aveva esploso due colpi, colpendo il parapetto del terrazzo ed il muro. I militari dell'Arma, intervenuti subito sul posto, dopo aver disarmato il 63enne, lo avevano arrestato accompagnandolo presso la casa circondariale di Lecce e sequestrandogli il fucile. lorubio roberto-2

Il giorno dopo, però il gip non aveva convalidato l'arresto, derubricando il tentato omicidio a minaccia grave con l'uso di arma da fuoco. Il pubblico ministero aveva presentato appello al Riesame. Ricorso che era stato accolto, confermando la legittimità dell'arresto in flagranza di reato; la pericolosità del soggetto in relazione, come spiegato dai carabinieri, al conflittuale rapporto tra i due vicini, che durava da anni; la possibile reiterazione del reato; la sussistenza dei presupposti relativi alla condotta per la quale ricorre il tentato omicidio e non altro tipo di reati in considerazione del fatto che i due colpi esplosi dal Lorubio contro il suo vicino avevano una traiettoria atta a colpire, e che il tipo di arma usata, data la distanza, doveva considerarsi letale e che non si era arrivati a più gravi conseguenze per motivi non dipendenti dalla volontà di chi aveva premuto il grilletto. Per questo il 63enne era stato nuovamente arrestato, per poi ottenere, su istanza del suo difensore, i domiciliari.

A dicembre l’uomo dovrà presentarsi dinanzi ai giudici della prima sezione collegiale del Tribunale di Lecce.

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