Noemi: le ricerche si fanno più complesse, si setacceranno coste e pozzi
Nessuna traccia della 17enne di Specchia scomparsa da una settimana. E ora anche con i Saf si svolgeranno operazioni approfondite
SPECCHIA – Che fine ha fatto Noemi? Il mistero s’infittisce. E le ricerche si fanno sempre più articolate e complesse. E’ ormai una settimana che di lei non si ha più alcuna notizia. Non un segno. Non un messaggio. Non una traccia tangibile. Ma le prossime ore potrebbero essere determinanti per chiarire, quantomeno, un quadro. Almeno, così si spera.
Noemi Durini, 17 anni, studentessa di Specchia, è stata vista per l’ultima volta alle prime ore di domenica scorsa. I carabinieri della compagnia di Tricase e della stazione locale hanno in mano già da qualche giorno alcuni video di sistemi di sorveglianza della zona che potrebbero dire tutto o niente sugli spostamenti prima di sparire inghiottita nel nulla. Senza un telefono cellulare, rimasto a casa, senza denaro, senza abiti di ricambio. La sensazione è che non possa essere andata molto lontano. Già, ma dove?
La denuncia di scomparsa è stata sporta dalla madre martedì 5 settembre. Ha atteso, invano, che facesse rientro, dopo aver visto che nella sua stanza da letto non c’era. Un colpo di testa, magari, qualche disagio o problema tenuto segreto fino a non far trapelare nulla all’esterno. Chissà.
L’allontanamento non è stato forzato, e questo è certo. Ma ormai sono sette giorni che di lei non si ha più notizia e, da quando è scattato nelle ore successive il piano di ricerche per le persone scomparse coordinato dalla prefettura, non si sono fatti passi particolari.
Un pool nutrito di uomini ha setacciato ogni zona fra Specchia e dintorni, addentrandosi nelle campagne, cercando in zone particolari, la cui ubicazione precisa, però, non è stata rivelata. Questo potrebbe essere un indicatore sul tipo di ricerche che si stanno svolgendo, come, soltanto, una precauzione per evitare intralci nelle operazioni.
Di sicuro, dopo aver svolto ogni tipo di sondaggio secondo prassi, si sta passando nelle prossime ore operazioni più complesse. Sembra che si stia creando un gruppo formato da esperti, fra cui vigili del fuoco del nucleo Saf (Speleo alpino fluviale), per ricerche approfondite in zone impervie. Lungo la costa del Capo di Leuca, per esempio, ma anche nei pozzi dentro le campagne. Nulla può essere lasciato al caso in certe situazioni e nessuna ipotesi trascurata. E intanto, più passano le ore senza un cenno, più, inevitabilmente, l’angoscia sale.