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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Porto Cesareo

Squarta pecora per celebrare nascita del figlio

Per un commerciante marocchino residente a Porto Cesareo era una tradizione. Per la legge si tratta di un caso di macellazione clandestina. I carabinieri avvisati dopo aver sentito urla strazianti

In una società sempre più multiculturale può accadere che leggi e tradizioni vengono a cozzare in maniera quasi irrimediabile. Lo scorso anno fece discutere, e non poco, la vicenda di una donna, nella zona di Cremona, coperta dal burqa integrale e rinviata a giudizio. In Italia la legge vieta ai cittadini di coprirsi il volto in maniera totale: deve essere sempre riconoscibile da parte delle forze dell'ordine, in funzione anticrimine. Il caso che si è verificato ieri a Porto Cesareo non ha senz'altro la stessa risonanza mediatica di quella vicenda, ma dimostra chiaramente come ciò che in un luogo della terra può essere inteso come una tradizione, in un altro si presenti come una forma di abuso. Un commerciante originario del Marocco, El J.H., regolarmente residente in Italia, è stato infatti denunciato all'autorità giudiziaria dai carabinieri della stazione locale, intervenuti su richiesta di alcuni cittadini giustamente allarmati da terribili urla sentite provenire chiaramente da un'abitazione privata. La segnalazione della centrale operativa alla pattuglia in quel momento di ronda, ha fatto scattare un immediato controllo nella zona dove erano state ascoltate quelle strazianti urla che avrebbero potuto anche essere quelle di un essere umano.

In realtà, quando i militari sono arrivati sul posto, l'"equivoco", se così si può dire, è stato subito chiarito, dallo stesso commerciante marocchino. In quel momento, stava infatti abbattendo una pecora. Un rito sacrificale vero e proprio, per celebrare la nascita del figlio. All'interno dell'abitazione, dopo una perlustrazione, i carabinieri hanno rinvenuto soltanto pelle del povero animale, in buona sostanza squartato vivo. Era ormai era già stato fatto a pezzi. Sul posto è stato chiamato ad intervenire il personale del servizio veterinario di Copertino, che ha accertato le buone condizioni di salute e la giovane età della pecora. In tutto, sono stati posti sotto sequestro 13 chili di carne. E, tradizione o no, per l'uomo è scattata di rito la denuncia a piede libero per aver effettuato la macellazione di animali in luogo non idoneo e senza l'assistenza di un veterinario. La pena prevista per reati di questo tipo, sulla base della gravità, può essere la detenzione fino a un anno o l'ammenda fino a 150mila euro.

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