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Cronaca

Stampa salentina si schiera: a Lecce "No bavaglio day"

Cronisti ed operatori dell'informazione locale protestano davanti alla Prefettura contro il disegno di legge del governo sulle intercettazioni, che limita la libertà di stampa e di informazione

LECCE - Un grido unanime dalla stampa salentina: "No alla legge bavaglio". A Lecce, davanti alla Prefettura, sfilano in protesta i giornalisti locali, uniti contro il disegno di legge sulle intercettazioni, presentato dal governo Berlusconi e che oggi approda al Senato. È la "legge bavaglio", per l'appunto, che con i suoi effetti rischia seriamente di condizionare e compromettere la libertà di informazione, limitandone pesantemente i diritti, e colpendo anche la magistratura nel proprio compito di indagine.

È un vero e proprio "no bavaglio day", quello che va in scena a Lecce, con cartelli e manifesti chiari, ben in vista, scritte a lettere cubitali, e gli originali fischietti di protesta: gli operatori dell'informazione chiedono il rispetto della libertà di stampa e di pensiero, elementi basilari su cui si costruisce una democrazia, e la libertà dei cittadini di essere informati. E, al loro fianco, sono scesi per manifestare la propria solidarietà alcuni esponenti politici locali, tra cui la parlamentare del Pd, Teresa Bellanova, che ha annunciato ferrea opposizione al ddl, anche con un forte ostruzionismo, e il segretario provinciale, Salvatore Capone.

Con il disegno di legge previsto, non tutti i reati possono essere indagati attraverso le intercettazioni e viene sostanzialmente impedita la pubblicazione delle intercettazioni svolte, con una pesante censura sull'informazione, compresa quella amatoriale e dei blog. Da un lato, si dice di voler tutelare la Privacy, ma, per farlo, si violano principi e diritti, attraverso un pericoloso regime di opacità e segreto. "Le libertà costituzionali - recita l'appello - non sono disponibili per nessuna maggioranza".

I giornalisti salentini, dunque, non ci stanno e fanno sentire la propria voce, rispondendo coi fatti alle critiche che spesso colpiscono la categoria, in quanto non sempre ritenuta in grado di "schierarsi". La categoria, invece, oggi si schiera e lo fa compattamente con oltre un centinaio di adesioni (ben oltre quelli presenti in via XXV luglio). Del resto, imbavagliare l'informazione significa ridurre la possibilità di espressione e conseguentemente mettere un bavaglio alla democrazia stessa e al suo senso intrinseco. Libertà d'informazione è sinonimo di libertà costituzionale.

Lala: "Un momento simbolico per dire che ci siamo"
Spiega il senso del raduno davanti alla Prefettura Pierpaolo Lala, neo eletto consigliere all'Ordine regionale dei giornalisti: "Oggi approda il ddl sulle intercettazioni in Senato, seppur non si sa ancora bene in quale versione, visto che il governo sta facendo avanti e indietro, anche per le rimostranze interne alla maggioranza; sappiamo che saranno presentati numerosi emendamenti e siamo in attesa di capire cosa succederà in Parlamento".

"Anche a Lecce - prosegue Lala -, in questa data simbolica, abbiamo scelto di fare una manifestazione, un piccolo raduno, perché anche noi cerchiamo di spiegare ai cittadini che con questa legge ci sarebbero problemi per l'informazione, perché molte delle notizie non arriverebbero tra i cittadini; ma avrebbe problemi anche la magistratura, nella gestione delle indagini".

Lala sottolinea come sia stato un "movimento spontaneo", a cui hanno aderito "un centinaio di colleghi": "Molte volte - ha dichiarato - i giornalisti vengono accusati di non schierarsi, di non partecipare a queste proteste: ma ci si dimentica che i giornalisti rispetto alla società civile hanno una marcia in più, che sta nel poter scrivere sul proprio giornale, sul proprio sito, o di parlare in tv, per dire la propria su questi argomenti. Ciascuno continuerà la propria azione attraverso i mezzi di lavoro, ma ogni tanto serve anche un momento di visibilità, come quello di oggi, dove siamo scesi in piazza, o meglio, in una strada".

Sull'eventualità che ci possano essere nuovi appuntamenti, Lala chiarisce come sia tutto in divenire e che molto dipenderà dall'iter parlamentare del ddl. Di certo, il rappresentante salentino all'ordine garantisce che se dovesse persistere la linea originale del disegno di legge, i giornalisti anche nel Salento proseguiranno con altre iniziative di protesta e sensibilizzazione dell'opinione pubblica.

A chi giova a negare la pubblicazione delle intercettazioni? No alla censura. I cittadini hanno il diritto di essere informati, i giornalisti il diritto di svolgere pienamente il proprio lavoro e noi abbiamo il dovere di difendere la libera e completa informazione".

Intanto la vicepresidente della Regione Puglia Loredana Capone esprime piena solidarietà ai giornalisti salentini: "Un ddl, quello avanzato dal governo Berlusconi, che penalizza pesantemente non solo il diritto di cronaca - ha commentato - ma anche il lavoro di tanti Magistrati. Lega di fatto le mani, con troppe limitazioni, a chi ogni giorno agisce per il raggiungimento della verità. Bavaglia e minaccia, con multe, arresti e sanzioni, chi questa verità la rende pubblica, perché d´interesse pubblico. Non si può, di colpo, eliminare il principio sancito dall´articolo 21 della Costituzione Italiana, sulla libertà di pensiero e sulla indipendenza della stampa, non soggetta ad autorizzazioni e censure. Non si comprende perché non si possano pubblicare intercettazioni non più coperte dal segreto istruttorio. Questa è censura e promettiamo battaglia. Perché nonostante le modifiche il disegno di legge non convince. Non è questione di destra o di sinistra. Al di là delle intercettazioni -conclude la vicepresidente della Regione Puglia- il ddl blocca completamente l´informazione giudiziaria".

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