Statale 275, l'avvocato Quinto dopo la revoca: "Il rischio è ripartire da zero"
Il noto amministrativista analizza la complessa vicenda evidenziando le "macroscopiche illegittimità di Anas" e i contorni poco chiari delle scelte adottate
LECCE – “Vi sono macroscopiche illegittimità da parte di Anas, che sembra non accorgersene”. Dopo la revoca, in via di autotutela, di tutti gli atti del procedimento concorsuale per l’affidamento dei lavori di ammodernamento e adeguamento della strada statale 275 Maglie-S. Maria di Leuca, e l’annullamento dell’aggiudicazione all’Ati Ccc-Aleandri-Igeco ed esclusione del Ati Matarrese-Coedisal, l’avvocato Pietro Quinto, legale di quest’ultimo raggruppamento d’imprese non ci sta e punto il dito contro l’Anas.
L’avvocato leccese, uno dei massimi esperti a livello nazionale in materia di appalti, analizza la complessa vicenda di un progetto che sembra destinato a non vedere mai la fine. Se da una parte, nello studio legale di via Garibaldi, si inizia a lavorare al ricorso contro l’esclusione delle imprese nella nota vicenda della falsa polizza assicurativa (in cui le stesse si dichiarano parte lesa) e all’ottenimento del risarcimento da dieci milioni di euro già sancito dai giudici amministrativi, dall’altra ci si interroga sul futuro dell’intera opera.
Anas, infatti, si dice pronta a partire con il progetto esecutivo del primo lotto, quello relativo al tratto tra Maglie e Montesano. L’avvocato Quinto si chiede quale sia il progetto esecutivo utilizzato, che dovrebbe presupporre alla base uno studio di fattibilità, un progetto preliminare e uno esecutivo. La revoca di tutti gli atti dovrebbe aver azzerato anche l’attuale progetto che, è ben ricordarlo, è stato approvato dalla Regione Puglia con la delibera 445 del 2011. Regione che ha stanziato per l’opera ben 165 milioni di euro e che, sottolinea Quinto, avrebbe forse dovuto vigilare sulle scelte operate da Anas negli ultimi anni. “Appare quanto mai inverosimile – sottolinea l’amministrativista – l’ipotesi che l’Ente strade utilizzi il progetto esecutivo dell’Ati Ccc-Aleandri-Igeco, mai approvato e non utilizzabile da Anas, che non sembra essere in grado di fare progettazione e che dovrebbe affidare all’esterno le gare per i servizi di ingegneria”.
Insomma, da una parte Anas dice che il vecchio progetto (l’unico approvato) non è più attuale, dall’altro si dice pronta a partire per realizzare il primo lotto. Il tuto sulla base anche di una non specificata project review e delle mutate esigenze, come il mancato aumento del traffico veicolare, calcolato con parametri poco chiari. Il rischio, più che concreto, è che oltre ad aprire un altro lungo capitolo di contenziosi giudiziari (ci sono già stati 25 ricorsi tra Tar e Consiglio di Stato), è che il progetto riparta da zero. Si torni cioè agli studi di fattibilità realizzati nel lontano 2002.
Rimane, sotto gli occhi di tutti, il problema di una strada di 43 chilometri che da un quarto di secolo attende di essere ammodernata, cancellando code, traffico, l’attraversamento di paesi, incroci semaforici e il mancato sviluppo di un territorio che, abbandonata la vocazione dello sviluppo delle imprese tessili e calzaturiere, punta al turismo. Dei fantasmi del passato sono rimasti, reali e pericolosi, i rifiuti sepolti nelle discariche abusive che, in coso d’opera, andrebbero bonificate. Un atto dovuto e necessario per far ripartire una regione in cui sembra davvero troppo difficile tendere la mano al futuro.