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Cronaca

Strage, rigettato il ricorso: resta l'aggravante del fine terroristico

Il riesame si è espresso nell'immediato, sul ricorso presentato dall'avvocato che difende Cosimo Vantaggiato, il copertinese che ha attentato alla scuola brindisina. Era stata richiesta anche l'attenuazione della misura cautelare

LECCE – E' stato il gran giorno del Riesame per Giovanni Vantaggiato, l'imprenditore 68enne di Copertino reo confesso dell'attentato compiuto, lo scorso 19 maggio, dinanzi all'istituto professionale "Morvillo Falcone" di Brindisi, costato la vita a una studentessa 16enne di Mesagne, Melissa Bassi, e il ferimento di altre cinque ragazze. In un palazzo di giustizia rovente e blindato, Vantaggiato, accusato di strage in concorso, è comparso per la prima volta dinanzi ai giudici, dopo i tre interrogatori già sostenuti dinanzi ai magistrati inquirenti.

All'udienza era presente, oltre il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, Guglielmo Cataldi, anche il legale del 68enne, l'avvocato Franco Orlando, che aveva presentato appello nei confronti dell’ordinanza emessa dal gip Ines Casciaro, chiedendo che al suo assistito non fosse contestata l’aggravante delle finalità terroristiche. L’avvocato Orlando aveva inoltre chiesto che a Vantaggiato fosse concessa la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari. Secondo il penalista, infatti, dagli interrogatori dell’uomo si evincerebbe che l’attentato è stato compiuto per motivi di natura personale.

Riguardo alla matrice dei due attentati (l’imprenditore ha confermato di aver messo a segno un altro attentato dinamitardo, quello compiuto il 25 febbraio del 2008 a Torre Santa Susanna, in cui fu ferito gravemente Cosimo Parato; si tratta dell'imprenditore agricolo che, a suo dire, lo avrebbe truffato per una fornitura di combustibili da circa 300mila euro), Vantaggiato ha già spiegato agli inquirenti di aver agito per vendetta. Anche il secondo attentato sarebbe unito da uno stesso filo comune, un atto dimostrativo nei confronti dei giudici, la cui sentenza nei riguardi della presunta truffa era stata, per l'imprenditore, troppo leggera. Il 68enne avrebbe scelto l'obiettivo più vicino al Tribunale, troppo difficile e rischioso da colpire.

vantaggiato-2-9Le richieste del legale sono state rigettate dai giudici del Riesame (Sergio Piccinno, Michele Toriello e Antonio Gatto), che hanno confermato l’aggravante delle finalità terroristiche nei confronti dell’imprenditore originario di Copertino. Rigettata, di conseguenza, anche la richiesta dei domiciliari poiché, secondo il codice vigente, la custodia cautelare in carcere è l’unica misura possibile per il reato di strage di matrice terroristica. Bisognerà ora attendere le motivazioni, che saranno depositate nei prossimi giorni, per aver un quadro più chiaro della decisione dei giudici della Libertà.

Alle motivazione d’appello era allegata anche una consulenza redatta dal criminologo Francesco Bruno e dalla psicoterapeuta Maria Pia De Giovanni, nominati dalla difesa dell'imprenditore come periti di parte il. Il noto professionista, avrebbe escluso che si possa trattare di un comportamento seriale, poiché gli episodi contestati sono solo due e legati da un comun denominatore, evidenziando, secondo quanto si è appreso, anche un vizio parziale di mente da parte del 68enne. 

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