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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Tragedia a Torre Veneri: ufficiale 41enne si spara un colpo, muore in ospedale

Il colpo, esploso in bocca, non ha lasciato scampo. E' spirato in tarda mattinata presso l'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce, dov'era stato ricoverato in condizioni già critiche. Tenente colonnello, stava preparando le armi per l'esercitazione. All'improvviso ha rivolto una pistola contro di sé

LECCE – Una tragedia a ridosso del Natale che ha sconvolto la routine quotidiana all’interno della Scuola di cavalleria leccese. Tutto in prima mattina, a ridosso dell'esercitazione di tiro contro le sagome già disposte in lontananza, rispetto alla piazzola dove si dispongono i militari dell'esercito.

Il comandante del supporto logistico, il tenente colonnello Alessandro Di Martino, è infatti morto nell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce a seguito di una profonda ferita alla testa. Ha impugnato una pistola d'ordinanza, allontanandosi di qualche metro dagli altri soldati, per poi rivolgere l'arma contro di sé e far fuoco. 

Originario di Moncalieri, in provincia di Torino, 41enne, sposato e con due figli, stando a quanto ricostruito finora, in virtù delle prime testimonianze rese ai carabinieri dai militari presenti in quel momento, non ci sarebbe stato modo di prevenire la drammatica sequenza. L’ufficiale ha agito in un solo, imprevedibile istante, tenendosi alla distanza adeguata perché nessuno bloccasse il braccio, impedendogli di portare a compimento l'insano gesto. 

Il colpo, esploso direttamente in bocca, non ha lasciato scampo. Il proiettile partito da una Beretta 92 Fs è uscito dalla parete occipitale. Uno sparo ravvicinato e micidiale. E il flebile respiro s’è fermato subito dopo il ricovero. In ospedale, d’altro canto, Di Martino vi era arrivato in condizioni critiche.

Il suo è stato un gesto che ha colto alla sprovvista e messo in angoscia tutti gli altri militari che questa mattina si stavano preparando, come detto, per un’esercitazione, da svolgere come di consueto nel poligono di tiro di Torre Veneri, lungo la litoranea adriatica, non lontano dalla marina leccese di Frigole.

Il primo intervento è stato del Nucleo di polizia militare, interno al corpo, poi le indagini sono subito state delegate ai carabinieri del Reparto operativo e del Nucleo investigativo, intervenuti con gli specialisti della Sezione investigazioni scientifiche. Il pubblico ministero di turno, Carmen Ruggiero, ha disposto l'acquisizione della pistola. 

E’ chiaro che, vista la delicatezza della vicenda, magistrato e investigatori non hanno voluto lasciare nulla d’intentato, ma la ferita stessa è apparsa fin dai primi rilievi degli specialisti, coordinati dal luogotenente Vito Angelelli, incompatibile con qualsiasi altra dinamica diversa dell’arma rivolta verso di sé. E' chiaro che s'è trattato di accertamenti necessari. 

Tutto è avvenuto intorno alle 9,30. Il comandante aveva preparato le armi, lunghe e corte, da impiegare per bersagliare le sagome, quando all’improvviso ha afferrato una pistola, s'è spostato di qualche metro dalla linea di tiro dove i suoi sottoposti erano schierati ed ha fatto fuoco.

Un solo colpo, ed è stramazzato al suolo. I soccorsi sono stati immediati, ma la ferita si è rivelata troppo grave perché si potesse sperare in un miracolo. Un'ambulanza del 118 l'ha condotto in ospedale, ma è stato tutto vano. 

Restano da capire i motivi che hanno condotto a un così drammatico epilogo. Nelle prossime ore diversi militari saranno ulteriormente ascoltati presso la compagnia di Lecce dell'Arma per fare maggiore chiarezza. Va aggiunto che il tenente colonnello Di Martino era arrivato nel Salento, per un periodo di comando alla base di Frigole solo da tre mesi. E nessuno sembrava presagire quale piega avrebbero preso in questo breve lasso di tempo gli eventi.

Una vicenda che si ammanta ancor più di mistero, se si considera che negli ambienti e negli uffici che l'ufficiale frequentava, gli investigatori non hanno trovato lettere, biglietti o messaggi di alcun tipo. Nulla che preannunciasse questo suicidio messo in atto in una maniera peraltro insolita e plateale, tanto da rendere tutta la storia ancor più agghiacciante.  

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