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Cronaca

Beccaccia morta a Lecce, i cacciatori replicano allo Sportello dei diritti

Giuseppe Raho dell'associazione nazionale "Beccacciai d'Italia" chiarisce alcune inesattezze presenti nella nota di D'Agata, ma non polemizza e chiarisce: "La caccia è accettabile solo nell'ottica della sostenibilità ambientale"

LECCE – Conoscenza della materia, superamento di confusioni o di futili ideologismi, cultura dell’ambiente per un modello di caccia “sostenibile”: su questa logica si innesta l’intervento di Giuseppe Raho, vice presidente nazionale dell'associazione “Beccacciai d'Italia” e responsabile del centro studi “Beccaccia del sud Italia”, (realtà che hanno tra l'altro protocolli d'intesa con la Provincia di Lecce, con l'Atc Lecce, ed in Italia anche con associazioni ambientaliste), in risposta alla segnalazione, inoltrata ieri dal responsabile dello Sportello dei diritti, Giovanni D’Agata, sul volatile trovato morto, nel centro cittadino di Lecce.

L’articolo, che riportava fedelmente una nota stampa emessa dall’avvocato, ha suscitato attenzione, dibattito e qualche polemica tra i lettori, molti dei quali si sono scagliati contro una “cattiva informazione”. LeccePrima, ritenendo la fonte attendibile, ha accolto l’intervento, sul modello dell’agorà, dove trovano spazio le diverse opinioni, senza necessariamente voler dettare una linea editoriale sul tema “caccia sì, caccia no”: oggi, dunque, offre la possibilità di una replica dal punto di vista diametralmente opposto. Giuseppe Raho, che ha colto questo elemento “dialettico”, non entra in tackle sulla polemica, preferendo stemperare i toni ed offrire un quadro di valutazione più completo.

A partire da un dato oggettivo, peraltro, ribattuto dagli stessi esperti che hanno commentato l’articolo: l’esemplare ritrovato non era un “beccaccino”, ma una “beccaccia”. La differenza ovviamente la può cogliere chi pratica e conosce la materia come Raho, che ha, attraverso le associazioni di cui fa parte, un approccio non solo da “appassionato” al mondo della caccia, ma da studioso delle specie: “Noi studiamo scientificamente la specie beccaccia in tutta Italia ed in Europa – spiega -; la maggior parte di noi sono cacciatori ma non solo e lottiamo quotidianamente per una caccia il più sostenibile possibile e contro tutti i tipi di bracconaggio”.

Al di là, dunque, delle “inesattezze” pubblicate nell’intervento del responsabile dello “Sportello dei diritti” e “facilmente contestabili” come appunto la chiarificazione della specie di volatile, l’articolo non risulta “accettabile”, per Raho, in quanto il rischio è quello di spostare l’attenzione sulla diatriba, un po’ fine a se stessa, “caccia sì, caccia no”: “Il mio invito è quello ad evitare articoli del genere – chiede -, così fortemente sbilanciati su notizie non verificate e che creano rabbia e situazioni spiacevoli. Nella fattispecie, si tratta di uccelli che ogni anno durante la loro migrazione notturna vengono attratti dalle luci delle città e finiscono con urtare contro degli ostacoli”.

“Solo qualche giorno fa – racconta - ben tre beccacce sono state rinvenute a poca distanza l’una all’altra nella città di Taranto, dopo varie supposizioni (gas Ilva, radar militari, ecc): ad un’accurata visita veterinaria è stato riscontrato quello che noi già sapevamo, trauma contusivo tra petto – becco – collo, con conseguente versamento di sangue”.

In buona sostanza, quindi, anche la beccaccia rinvenuta ieri non ha nulla a che fare con i cacciatori: “Oggi la caccia – aggiunge Raho – è accettabile solo in un’ottica di sostenibilità e conoscenza delle specie che si vanno ad insidiare, e va praticata ( visto che la legge attuale lo consente) con la massima attenzione e nel rispetto delle leggi e con molto buon senso”.

A dimostrazione di questo percorso, le associazioni (www.beccacciaiditalia.it  e www.csbeccaccia.it ), di cui Raho fa parte, organizzano il prossimo 22 novembre nella sala consiliare di Cutrofiano,  insieme all’Atc provincia di Lecce, un convegno ( l’ennesimo nel Salento) sulla caccia sostenibile, sui miglioramenti ambientali e sui ripopolamenti da effettuare nelle zone interdette all’attività venatoria e con i soldi dei cacciatori stessi e delle associazioni venatorie.

Durante il convegno ci saranno interventi di varie autorità e la partecipazione di un importante studioso ungherese, Denes Fluck, che darà il suo apporto scientifico spiegando come cambiano le rotte migratorie in conseguenza dei cambiamenti climatici.

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