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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Surbo

Tenta di sfondare porta a calci, lei lo denuncia dopo cinque anni di stalking

Nei guai un 64enne di Surbo, bloccato dai carabinieri e condotto in carcere. Ieri, a quanto pare, solo l'ultimo episodio in ordine di tempo di una serie interminbile, iniziata dopo la separazione. I militari arrivati giusto in tempo: aveva già divelto alcune fasce d'alluminio delle persiane

SURBO – Ha preso a calci la porta, cercando di passare fra le persiane. I carabinieri della stazione di Surbo l’hanno bloccato e trascinato nella pattuglia, per poi portarlo in caserma, formalizzare l’arresto e condurlo nel carcere di Lecce, su ordine del pm di turno, Roberta Licci.

Nei guai è finito, ieri pomeriggio, Antonio Scozzi, surbino 64enne. Il quale, nonostante ormai sia separato da cinque, lunghi anni, non sembra essersi rassegnato alla fine del matrimonio. Tanto da mettere in atto, secondo quanto contestato, una serie pressoché interminabile di atti persecutori. Non tutti, però, denunciati nel tempo. E forse anche per questo avrebbe mantenuto una certa spavalderia, contando su una sorta di presunzione d’impunibilità.   

Sembra che già ieri mattina l’uomo abbia dato spettacolo, con una serie di atteggiamenti minacciosi e ingiuriosi nei confronti dell’ex consorte, sia nel pieno della via, sia presso l’abitazione dove la donna si trovava temporaneamente.

Al punto tale da tentare, nel primo pomeriggio, una vera e propria irruzione, divellendo alcune fasce in alluminio della persiana. E’ stato a quel punto che sono arrivati i carabinieri. Appena li ha visti, Scozzi ha tentato una fuga disperata, raggiungendo la sua auto, per essere però subito bloccato.

SCOZZI ANTONIO stampa-2La storia di Scozzi è ormai bem nota presso i militari della caserma di Surbo. Nel 2010 la separazione, voluta dalla donna, stanca di continue vessazioni fra le mura domestiche. Una volontà mai accettata dall’uomo, che si sarebbe più volte lanciato in ulteriori “offensive”.

Ma la gran parte degli episodi non sarebbe stata denunciata per paura di ritorsioni più violente. Solo ieri, esasperata dall’impossibilità di poter condurre una vita normale e serena, la donna ha trovato il coraggio di chiamare i militari, esponendo non solo l’ultimo episodio in ordine di tempo, al quale, d’altro canto, loro stessi hanno assistito, ma anche altri che avrebbe subito in precedenza.

Formalizzata l’accusa di atti persecutori, per il 64enne si sono aperte le porte di Borgo San Nicola.

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