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Cronaca Sanarica

Tallonati per 40 chilometri, banda delle "spaccate" in trappola

I carabinieri hanno agganciato un'Astra più che sospetta a Monteroni, seguendone il percorso fino a Sanarica. Qui in quattro hanno tentato un furto al Bar Maffy, ma sono stati bloccati. Avevano numerosi attrezzi da scasso

SANARICA – Un paziente e lungo tallonamento per vedere di nascosto l’effetto che fa. I quattro non se l’aspettavano davvero. I carabinieri della compagnia di Lecce non li hanno mai persi di vista, fin da quando li hanno agganciati a Monteroni di Lecce. E così, la banda, arrivata addirittura davanti a un bar di Sanarica, circa 40 chilometri di distanza, non certo per un aperitivo fuori orario, si è ritrovata a tu per tu proprio con i militari. Erano in quatto, hanno tentato un furto. Non gli è riuscito e dopo sono scattate anche le manette. In trappola.

Quella composta da Luigi Saracino, 48enne di Cutrofiano, il più anziano del gruppo e deputato alla guida dell’auto, Antonio Rocco  Marti, 44enne di Scorrano, Samuele Giorgio Albino Tornese, 28nne di Monteroni di Lecce e Stefano Vadacca, 24enne di San Pietro in Lama è, probabilmente, una delle cosiddette “bande delle spaccate” che stanno imperversando in questi giorni in tutta la provincia, con scorribande ai danni dei commercianti salentini.

I quattro si aggiravano all’interno di un’Opel Astra. Verso l’una di notte, i carabinieri di pattuglia li hanno notati e riconosciuti, tramite la targa. Qualche giorno prima, a Scorrano nei pressi di un distributore, la stessa auto era incappata nei controlli dei carabinieri della compagnia di Maglie. Durante una perquisizione, i militari avevano rinvenuto a bordo arnesi da scasso. In tre erano stati denunciati, ovvero Saracino, Marti e Tornese. Non c’era invece Vadacca con loro, quel giorno. Va aggiunto che, la notte successiva al controllo, era stato perpetrato un furto proprio in quello stesso distributore di carburanti.

I quattro, dunque, la scorsa notte, erano alla ricerca di una “preda”. L’Astra ha attraversato diversi centri abitati, rallentando più volte nei pressi di bar e distributori. Un lungo itinerario, non proprio turistico, sino a raggiungere Sanarica. E qui devono aver trovato alla loro portata il “Bar Maffy”, su via Roma. Piccolo comune completamente assopito e deserto nel cuore della notte, una larga via di fuga. Ideale per un colpo. Ma è stato l’inizio della fine.

Tanto per cominciare, hanno tentato più volte di forzare la saracinesca, con vari arnesi, trovando però parecchia difficoltà e finendo per far attivare l’allarme. Costretti a fuggire, non sapevano un’altra cosa: dietro avevano l’auto dell’aliquota operativa, che ha forzato la marcia per raggiungerli, bloccandoli dopo alcuni tentativi di speronamento. Alla fine sono stati accerchiati e costretti alla resa.

In auto i carabinieri hanno rinvenuto ancora una volta numerosi arnesi e utensili, buoni per lo scasso. Tentato furto aggravato e in concorso le imputazioni a loro carico. Il pubblico ministeo Carmen Ruggiero ha disposto l’arresto ai domiciliari. E le indagini, ovviamente, non sono che all’inizio. Sono al vaglio degli investigatori le ipotesi di collegamento con i ricettatori e altri malviventi. E si sta cercando di capire quanti furti loro stessi abbiano eventualmente già commesso più o meno di recente.

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