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Cronaca Melendugno

La società: "Cure urgenti per gli ulivi". Danneggiato il muro della torre

La società incassa il decreto del Tar con fiducia nel via libera dopo la camera di consiglio. Il comandante della polizia locale di Melendugno danuncia infiltrazioni nel presidio

MELENDUGNO - Tap non fa una grinza: il consorzo internazionale ha comunicato che si atterrà alle disposizioni del Tar Lazio, che ha accolto l'istanza cautelare proposta dalla Regione Puglia contro la nota del ministero dell'Ambiente che sanciva la regolarità delle attività di espianto.

Nel comunicato stampa Tap però fa riferimento ad alcuni passaggi del decreto della presidente del Tar che farebbero presumere un orientamento comunque favorevole alle ragioni della società: l'affermazione che le modalità di realizzazione del gasdotto devono ritenersi definitivamente approvate, il richiamo alla leale collaborazione tra istituzioni e la necessità di rispettare le scadenze stagionali (30 aprile per inervenire sugli ulivi) e il rinvio al ministero dell'Ambiente che sulla questione delle prescrizioni che sull'assoggettabilità a Via del tunnel si è già espresso. 

Tap fa poi il punto sulla situazione degli alberi: 157 sono stati già messi a dimora nell'area di stoccaggio di Masseria del Capitano, 11 si trovano nel deposito di un istituto di vigilanza, 25 sono stati espiantati ma si trovano ancora nell'area di cantiere mentre 18 non sono stati ancora oggetto di intervento. Sono quindi 43 gli ulivi che "necessitano urgentemente di cure" ma, segnala la società, un gruppo di attivisti radicali impedirebbe qualsiasi attività a supporto delle piante impedendo l'accesso al cantiere. 

D'altra parte il comandante della polizia locale di Melendugno, in un post sulla sua pagina, ha segnalato la devastazione di un "muretto a secco millenario" utiizzato per erigere degli ostacoli e bloccare le strade: "Personaggi giunti da varie parti d’Italia, hanno dissacrato il nostro territorio, martoriato la culla dei nostri avi, San Basilio, dove un muretto millenario (il muro di cinta della vecchia torre, ndr) è stato abbattuto per farne una sorta di barricata e impedirne ogni transito veicolare. Noi non abbiamo bisogno di questa gente che si è appropriata in maniera inqualificabile di una lotta civile - su cui non posso e non voglio entrare in merito - condotta fino ad oggi con dignità e identità". 

Il comandante, che ha precisato di parlare da cittadino melendugnese, più che come pubblico ufficiale, è spesso stato al fianco del sindaco Marco Potì in queste tumultuose ultime due settimane e anche ieri, insieme proprio all'amministratore, si era fatto garante di un accordo per consentire che venissero fatti i primi interventi sugli ulivi espiantati e in attesa di essere messi a dimora. Il suo amareggiato post si conclude con un appello ai compaesani e ai residenti nei paesi limitrofi a non andare più al presidio di San Basilio. Le parole del comandante stanno facendo molto discutere perché fino alle ultime ore l'anima pacifista e popolare è sempre stata prevalente e ha trovato sponda nella mobiliazione dei sindaci del territorio salentino fino a produrre una lettera per il presidente della Repubblica firmata da 94 di loro.

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