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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Taurisano

Morte nel salumificio Scarlino, il pm ascolta l'installatore del macchinario

Oggi, dinanzi al sostituto procuratore Carmen Ruggiero e all'ingegner Cosimo Prontera, il consulente nominato della Procura per evidenziare le presunte manipolazioni subite dalla impastatrice, il rappresentante che l'ha fornita. Massimo riserbo su quanto dichiarato da parte degli inquirenti

LECCE – Proseguono gli ascolti nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Mario Orlando, l’operaio 53enne di Taurisano deceduto all’interno di un’impastatrice del salumificio “Scarlino” lo scorso 31 agosto.

Oggi, dinanzi al sostituto procuratore Carmen Ruggiero (titolare del procedimento con la collega Paola Guglielmi) e all’ingegner Cosimo Prontera, il consulente nominato della Procura per evidenziare le presunte manipolazioni subite dalla impastatrice in cui ha perso la vita Orlando, è comparso, in qualità di persona informata sui fatti, il rappresentante dell’azienda che ha fornito il macchinario e ne ha curato l’installazione. Circa un’ora e mezza di ascolto sul cui contenuto vige, però, il più stretto riserbo da parte degli inquirenti.

Tra gli indagati il patron dell’azienda, Attilio Scarlino, accusato di rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro e morte come conseguenza di altro reato nell’ambito. L’imprenditore è tornato, da circa due settimane, al lavoro. Nei suoi confronti (Scarlino è finito inizialmente ai domiciliari e poi tornato in libertà), il gip, accogliendo l’istanza del suo legale (anche sulla base di una pronuncia del Tribunale del riesame), ha revocato anche l’interdizione dalle attività imprenditoriali.

Il patron dell’azienda ha sempre affermato di non aver mai ordinato di manomettere il delicato sistema di sicurezza la cui assenza, secondo l’impostazione accusatoria, sarebbe stata la causa del decesso del povero Orlando.

L’operaio, secondo quanto stabilito dall’autopsia, morì in pochi istanti, a cause di un’emorragia interna provocata dalla rottura dell’aorta. L’esame autoptico evidenziò la morte atroce dell’operaio salentino, letteralmente stritolato dalle lame dell’impastatrice.

Sono sei i nomi iscritti nel registro degli indagati dai pubblici ministeri: quelli di Attilio e Antonio Scarlino, di 51 e 42 anni; e Luigi De Paola, 43enne, tutti per omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro e di morte come conseguenza di altro reato, si sono aggiunti quello di Mario De Icco, 53 anni, un collega della vittima che potrebbe inavvertitamente aver azionato il macchinario mentre Orlando era all’interno della stessa e per cui è stato ipotizzato l’omicidio colposo; quello di Daniele Carangelo, accusato di falsa testimonianza e favoreggiamento; e del tecnico della società tedesca produttrice degli impianti, che avrebbe eseguito alcuni interventi di manutenzione proco prima dell’incidente.

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